La tensione nella fede
Inserito il 7 Aprile 2019 alle ore 09:56 da Plinio BorghiLa tensione nella fede, per rimanere in sintonia con i temi accennati nella prima domenica, mi richiama la cinghia di trasmissione del motore e alla sua funzione di armonizzazione: chi se ne intende sa quale danno può provocare sia la troppa che la scarsa tensione (io l’ho imparato a mie spese). A noi interessa l’aspetto della giusta elasticità: l’eccesso può provocare rigidità, scarsa disponibilità a rivedere le proprie convinzioni, a rileggere i fondamenti sui quali si basa il nostro credo e a riprendere gli spunti giusti per ridare vigore alla nostra vita. Il difetto, di contro, ci smorza la voglia e i sentimenti, ci orienta all’apatia, la quale a sua volta ci porta lentamente all’abbandono e all’allontanamento. Insomma un elastico troppo morbido o troppo rigido non serve a svolgere la propria funzione, non solo, ma va allentato e tirato continuamente se vogliamo che mantenga le sue caratteristiche. Applichiamo il medesimo criterio sulla fede ed ecco perché la Quaresima diventa occasione di verifica del livello di tensione. Molti aspetti vanno allentati, perché è il momento di rivalutarli e di ridare loro la giusta dimensione; altri vanno incrementati, perché nella routine della pratica religiosa si corre anche il rischio di prendere le cose sotto gamba o di svilirle sulla via dell’abitudine. Oggi Gesù ci offre uno spaccato di questo dualismo col noto episodio dell’adultera. Scribi e farisei, presi e irrigiditi dalla loro miriade di norme e conseguentemente dalla loro ansia di prestazione, si sentono in diritto e dovere di lapidare la peccatrice. Manco passa loro per la testa una qualsivoglia alternativa. Il Maestro li affronta sullo stesso terreno con la famosa frase: “Chi di voi è senza peccato scagli per primo la pietra contro di lei”. La tensione (negativa) si allenta in un attimo e sembra di sentirlo ancor oggi il tonfo di quei sassi che cadono ad uno ad uno. Nello stesso tempo si accende un’altra tensione (positiva) nell’adultera, che, alle parole di Gesù: “Va’, e d’ora in poi non peccare più” scatenerà un crescendo d’amore per quel Salvatore che le ha cambiato la vita. La tensione, quindi, non è solo uno stato concreto, ma è anche un modo per vivere un sentimento e quindi non la s’inventa se questo manca o è sopito. Altro scopo di questo tempo, allora, è quello di ravvivare i sentimenti a tutto spettro: per il Padre che ci ha creati, per il Figlio che s’è sacrificato, per lo Spirito che ci aiuta a capire, per il prossimo da amare. Ce n’è per darci dentro senza frapporre indugi.