L’ascensione del Signore
Inserito il 29 Maggio 2019 alle ore 19:06 da Don Gianni AntoniazziNell’ultima domenica prima della festa di Pentecoste contempliamo Gesù che sale al Padre. L’episodio non ha a che fare con fantascienze futuristiche ma esprime valori di fede profondi
In questa domenica, 2 giugno, la liturgia celebra l’Ascensione del Signore Gesù. Il Nuovo Testamento racconta che, sotto lo sguardo degli apostoli, Gesù risorto salì al Padre. Qualcuno ha ben pensato di rappresentare nei quadri questa scena come se Gesù salisse verso l’alto, attraverso le nubi, spinto da un motore invisibile. Il concetto è passato presto nella mentalità comune, così che la gente si è convinta che, in un punto del cielo, ci sia Dio col suo Regno. Anche Gagarin, primo cosmonauta, al ritorno dal suo viaggio orbitale, affermò che aveva tanto viaggiato, ma non aveva visto Dio.
Il Vangelo, però, va compreso in ben altro modo. Il testo non è un resoconto di cronaca, bensì una pagina di teologia. Gesù risorto oggi entra nel versante dell’infinito senza tempo nella piena comunione col Padre. Ci sono tre considerazioni. Con questo evento la Pasqua di Gesù giunge a compimento perché Egli entra nella vita di Dio. Secondo, con l’Ascensione è la stessa natura umana a “stare” presso il Padre: l’uomo ha un futuro presso Dio.
Infine, con l’Ascensione Gesù non è più presente in modo fisico: adesso opera nella storia attraverso di noi. Cosa fa oggi Dio per i piccoli e gli indifesi? Ha le mani dell’uomo. Anche di chi sta leggendo. Guai ad abdicare a questa splendida avventura piena di responsabilità e di gioia nel gioco fra il finito e l’eterno.
don Gianni