Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Un po’ sopra le righe

Inserito il 7 Luglio 2019 alle ore 10:10 da Plinio Borghi

Un po’ sopra le righe, il vangelo di oggi. Una regia riconducibile più che all’evangelista Luca all’eccellente maestro Zeffirelli, da poco scomparso. Non bastasse la dovizia di particolari che definiscono i confini entro i quali i 72 discepoli si devono muovere a due a due e la descrizione persino dell’abbigliamento da adottare, a dimostrazione del distacco da cose profane, l’azione si focalizza su tre aspetti particolari: la pace come esternazione e come dono, sopra ogni cosa, l’accettazione di quanto viene offerto per mangiare, bere e dormire, senza altre richieste e men che meno passare di casa in casa (non sarebbe male che i testimoni di Geova ne facessero tesoro) e la soddisfazione degli inviati al ritorno, specie nel constatare come, nel nome di Gesù, i demoni si dichiarassero sconfitti. Su tutto domina la scena madre che scaturisce dall’eventuale rifiuto dell’accoglienza. E qui è il Maestro stesso a dettare le parole: “Anche la polvere della vostra città che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. E aggiunge: “Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città”. Parole terribili e incombenti. Viene spontaneo chiedersi come evitare di incappare in tali anatemi. Se ci limitassimo alle formalità, non ci sarebbero problemi: tanto per restare in Italia, abbiamo sempre avuto riguardo per la Chiesa e, dal Concordato in giù, fino all’otto per mille, abbiamo espresso alla grande la nostra ospitalità. Non parliamo della cura verso i manufatti e le strutture. È chiaro, però, che non è questo l’aspetto che interessa a Gesù: accoglienza è apprezzamento per la lieta novella, è adesione al suo contenuto, che si traduce innanzitutto in pace e cura (amore) degli uni verso gli altri, è attenzione per deboli ed emarginati e così via. Il pericolo che il richiamo a tutto ciò dia fastidio è sempre in agguato. Non a caso il Signore, nell’inviare i 72, premette: “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. Ancor più insidiosa è poi l’indifferenza. Il vivi e lascia vivere è quanto di più falso ed equivoco si possa opporre al disegno divino, anzi, è ancora più offensivo del rifiuto. Chi rifiuta tutto sommato ha preso in considerazione. L’indifferente sega sul nascere ogni velleità. Riflettiamoci un po’, soprattutto noi cosiddetti praticanti, e analizziamo con quale slancio ci rapportiamo al messaggio e poi valutiamo se non corriamo il rischio che ci tocchi la fine di Sodoma.

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