Essere testimoni di speranza
Inserito il 10 Novembre 2019 alle ore 10:00 da Plinio BorghiEssere testimoni di speranza. In queste domeniche che vanno dalla festa dei Santi e commemorazione dei defunti alla chiusura dell’anno liturgico si vive più del solito il clima escatologico, permeato da un argomento preminente: la speranza. Nessuno sa cosa ci aspetti dopo la morte e in tutti i tempi non è mai mancato chi vi abbia filosofato per dritto e per storto. La nostra fede ci fornisce alcune risposte, ma nemmeno Gesù ha voluto essere esaustivo in merito, giustificando che non saremmo in grado di capire: basti sapere che godremo della completa felicità in Dio, un Dio che ci vuole tutti salvi, che ci aspetta anche quando lo rifiutiamo e siamo lontani da Lui, perché, come riporta l’ultima frase del vangelo di oggi, “Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi; perché tutti vivono per lui”. I Sadducei descritti all’inizio del brano, rimestando motivazioni speciose e situazioni surreali (per nulla diversi dai detrattori di sempre), fanno sbilanciare un po’ il Maestro con l’affermazione che, in quanto risorti e figli di Dio, “saremo uguali agli angeli”, ma, siccome non sappiamo nemmeno come siano gli angeli, non rosicchiamo nulla di più. Ci resta la speranza, quella stessa che ha animato e incoraggiato anche i sette fratelli e la madre, descritti nella prima lettura, dal libro dei Maccabei, fino al punto di scegliere la morte piuttosto che rinunciare alla propria fede, nella certezza della resurrezione alla vita eterna. Una speranza, quindi, che è certezza. È un motivo conduttore che ritroviamo, oltre che in questo periodo, anche in ogni occasione della liturgia del commiato. Qualcuno può insinuare che si tratta di una panacea, la solita fiaba per far stare tranquilli i bambini agitati. Costui trascura che la speranza è uno dei sentimenti più “laici” che ci caratterizza nelle nostre performance della vita, sempre che vogliamo in qualche modo viverla alla grande. A partire dalle attività sportive, dove ognuno si cimenta per ottenere il meglio, e proseguendo per quelle di studio, lavorative e politiche, fino alla ricerca e alla cultura, la spinta è sempre una speranza che vuol essere certezza, altrimenti non si arriva da alcuna parte. A sostenerla, poi, ci sono allenatori, promotori, trainer, testimonial, talvolta anche imbonitori, ma lo scopo è sempre quello di stimolo. Nella fede non è diverso. Nei Santi e nei martiri li abbiamo avuti tutti, ma c’è un riferimento eccellente e rassicurante: Gesù Cristo stesso. A noi spetta il compito di essere testimoni della vera speranza.