L’osservanza della legge
Inserito il 16 Febbraio 2020 alle ore 09:55 da Plinio BorghiL’osservanza della legge dovrebbe essere per tutti una logica conseguenza del senso del dovere civico, se riguarda le leggi dello Stato. Nel comportamento comune sembra invece un peso cui dover sottostare o tutt’al più una convenienza da sopportare per il quieto vivere. Fatto sta che la loro violazione, se non è rilevabile, non ci sconvolge poi tanto, anzi, a volte ci vede anche impegnati. Chi legge riterrà ora che io mi riferisca all’ambito fiscale. Troppo facile e scontato! Penso invece al codice stradale e in particolare ai limiti di velocità, come quello della nostra tangenziale Est, dove da poco tempo si è introdotto in due tratti il famigerato “controllo elettronico della velocità” con tanto di visibilissimo apparecchio contraddistinto dal cappello da vigile. Le contravvenzioni che vengono elevate sono ancora parecchie, ma in generale il comportamento degli automobilisti è curioso: si registra un sensibile rallentamento nei pressi dei due punti interessati, salvo poi riprendere il consueto superamento dei 90, pur previsto su tutto il percorso. Non parliamo poi di dove non ci sono controlli: il malcapitato che si trovasse a rispettarli sarebbe continuamente apostrofato come minimo con insofferenti colpi di clacson. Eh, va be’, si dirà, sulle norme fiscali e stradali si ragiona facile, ma sul resto… Potrei continuare, ma non c’è spazio per tutta l’aneddotica. Se ognuno riflette, se la costruisce da sé. Il guaio è che se usiamo lo stesso criterio nell’ambito religioso, dove oltretutto il rispetto delle leggi dovrebbe essere solo frutto dell’amore, per Dio e il prossimo si diceva domenica scorsa, ci inganniamo da soli. Gli ebrei del tempo di Gesù erano subissati da una caterva di norme, tanto che il Maestro un giorno è sbottato contro i sacerdoti stessi, accusandoli di caricarle sulle spalle altrui, ma di guardarsene bene dall’osservarle. Anche là senz’altro si eludeva, quando si riusciva a non dare nell’occhio. A noi non è concessa questa possibilità: oggi nel Vangelo il Messia chiarisce che non è venuto per abrogare alcunché, ma solo a perfezionare. E come? Molto semplicemente introducendo un “metodo” nuovo: se mi ami, se mi dici che per me saresti disposto a tutto, allora comportati di conseguenza, con me e con il prossimo tuo che mi rappresenta. In buona sostanza non ci obbliga a fare nulla per forza, neanche a rispettare i precetti, ma su tutto misura il bene che diciamo di volergli. Fare le “scarampetole” con Lui, allora, non serve.