Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Chi mi ama mi segua!

Inserito il 17 Maggio 2020 alle ore 10:01 da Plinio Borghi

Chi mi ama mi segua! Era il grido d’incitamento che ogni condottiero, dotato di un certo carisma, lanciava ai suoi adepti se era in procinto di sferrare un attacco impegnativo o d’intraprendere un’azione rischiosa. Certo, doveva averne di peso e d’influenza per essere sicuro di guidare persone entusiaste e disponibili a “gettare il cuore oltre l’ostacolo”! Se la risposta fosse stata fiacca o incerta, una figuraccia alla Brancaleone da Norcia non gliel’avrebbe risparmiata nessuno. Gesù non aveva di questi problemi e sul suo ascendente non v’era allora, come non c’è adesso, alcun dubbio. Tuttavia, la mano sul fuoco per i suoi non l’avrebbe messa tanto decisamente, anche se poi non solo la mano, ma la vita stessa ha sacrificato nella certezza che lo avrebbero seguito. E così è stato e quelli che non hanno mollato nemmeno di fronte al martirio non si contano. Qual è la strada per seguire il Salvatore? Ce l’ha detto tante volte: l’amore e, come ben sappiamo, la gittata dell’amore è talmente ampia che nessun pezzo d’artiglieria può eguagliarla. In questa sesta domenica di Pasqua, alla vigilia della sua ascensione, Egli specifica come si esplicita questo sentimento nei suoi confronti: osservando i suoi comandamenti. Non ci chiede di compiere atti di eroismo speciali, bensì di vivere eroicamente la nostra fede, senza deflettere né scendere a compromessi con chi volesse smorzare la speranza che è in noi. “Tutto questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza”, ci avverte San Pietro nella sua prima lettera, “perché, nel momento stesso in cui si parla male di voi, rimangano svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo”. Purtroppo sono molti i cristiani che scambiano l’amore per un’arma da brandire e la fermezza nella verità per protervia; troppi errori del passato lo stanno a dimostrare. Il vero amore non ha bisogno di questo, è già contagioso di suo. Quante volte ce lo ripete anche il Papa, che ha ereditato il compito di guidare la Chiesa e ha il suo bel daffare nel contenere l’esuberanza di qualche suo alto rappresentante! Anche l’obbedienza civile espressa con correttezza rientra in quel comportamento che esprime un amore che chissà quanti sedicenti condottieri vorrebbero riscuotere dai loro governati. Colui che accoglie e osserva i comandamenti, conclude Gesù, questi mi ama. Anche l’emergenza che stiamo vivendo ci offre un’opportunità di verifica: non sprechiamola, magari pensando di fare i furbi.

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