Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

“I soliti ignoti”

Inserito il 10 Maggio 2020 alle ore 10:01 da Plinio Borghi

“I soliti ignoti” è il giochino condotto da Amadeus che va in onda tutte le sere su Rai 1 dopo il Tg. Si tratta di assegnare a otto personaggi altrettante attività, anche non professionali, con alcuni indizi a disposizione e si conclude abbinando un paio di persone, legate da parentela, sulla base di caratteristiche fisionomiche. Chissà perché il vangelo di oggi mi ha richiamato questo format. Siccome ci si sta avviando a conclusione dell’avventura terrena di Gesù, il liturgista avrà pensato bene di riprendere una parte del lungo testamento che secondo l’evangelista Giovanni il Maestro fece ai suoi nell’orto del Getsemani prima d’essere arrestato. In buona sostanza vuol essere una verifica di quanto abbiano ben compreso tutti gli indizi che ha seminato lungo i tre anni di predicazione, ma soprattutto se hanno colto il nesso di correlazione tra lui e il Padre, dato che è proprio lassù che lo seguiranno un giorno, in quella definitiva dimora che egli si accinge ad andare a preparare per ciascuno di loro. E li provoca e loro ci cascano, con domande da bambini del catechismo agli inizi. “Signore, non sappiamo dove vai, come possiamo conoscere la via?”, attacca Tommaso; “Signore, mostraci il Padre e ci basta”, incalza Filippo. Non meravigliamoci, siamo pure noi ancora a quel livello, con l’aggravante che noi lo Spirito Santo l’abbiamo già ricevuto e loro invece ancora no. A ogni modo la risposta di Gesù non poteva essere che “magistrale” ed esaustiva, per loro e per noi: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Si rammarica il Messia: dopo tanto tempo trascorso insieme ancora non hanno (abbiamo) capito che Lui riassume tutti i fondamentali dell’uomo e dà la risposta certa alle sue prospettive. E rivolto a Filippo aggiunge: “Chi ha visto me ha visto il Padre”. Ecco la soluzione del quesito finale, però, se saremo intuitivi, il nostro “format” non prevede una valanga di soldi, bensì la via impervia del martirio, che è poi quella che preconizza ai suoi e che lui stesso sta per intraprendere. Ancora oggi molti nel suo nome lo subiscono letteralmente, altri lo vivono affrontando le avversità della vita in modo propositivo, comunque il più delle volte derisi se esprimono una fede salda nel Risorto e nella resurrezione. San Paolo dice che saremo anche noi pietra d’inciampo, il che significa che se saremo “operativi” non sarà possibile eluderci. L’atteggiamento della Chiesa nel momento drammatico che stiamo vivendo la dice tutta!

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