Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

La reciprocità…

Inserito il 7 Giugno 2020 alle ore 10:01 da Plinio Borghi

La reciprocità è alla base di ogni rapporto e di ogni formazione sociale, a partire dalla stessa famiglia e su su fino alla generale convivenza internazionale. In assenza, non può esistere equilibrio e subentrano diffidenza, prepotenza, sopraffazione e quant’altro. Sulla stessa si fonda anche il rispetto gli uni degli altri. Perfino l’amore è garantito dalla reciprocità, altrimenti o s’inaridisce o sfocia in violenza e in forme di stalking, a volte con epiloghi tragici. Spesso, nella trattativa, nella contrattazione, nello scambio, fatichiamo a trovare un accordo se non c’è riscontro di reciproca convenienza. E come mettiamo in discussione la stessa accoglienza dello straniero o dell’immigrato accampando che non c’è analogia nel suo Paese di provenienza! Lo stesso dialogo interreligioso, che si cerca di cucire a fatica, cozza nella maggior parte dei casi contro la mancata reciprocità. Che non significa annullamento dei rispettivi principi o delle rispettive caratteristiche, bensì apertura e disponibilità alla comprensione. Oggi, nella prima domenica dopo il forte periodo pasquale, festeggiamo proprio Chi ha fatto della reciprocità la sua essenza esistenziale: la Santissima Trinità. Padre, Figlio e Spirito Santo, tre Persone ben distinte nei loro ruoli, ma uguali, che nella reciprocità costituiscono un’unica divinità. Non è un concetto semplice da afferrare, anzi è il mistero per eccellenza, ma ci basti sapere, con la logica della fede, che se in Dio tutto si sublima fino a diventar concreta ogni cosa, che la nostra condizione umana si “limita” a classificare come astratta, anche la reciprocità delle tre Persone diventa Dio stesso. La Trinità assurge quindi a simbolo di Amore e di armonia e presiede a quello che è l’amore sponsale, l’amore famigliare, l’amore verso il prossimo, la fraternità universale. Dicevamo di Persone uguali e distinte: nel periodo appena trascorso Gesù l’ha più volte sottolineato (chi vede me vede il Padre, dice agli apostoli che lo incalzano; alitando su di loro –l’abbiamo letto domenica scorsa– proclama “ricevete lo Spirito Santo”; capirete tutto quando vi manderò il Paraclito ecc. ecc.). Ecco la ragione per cui la Trinità è “il prezzemolo” della Liturgia: cominciando dal Battesimo (è un ordine del Maestro) tutto si svolge nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo e non è solo una battuta che “ogni salmo finisce in Gloria”. Oggi S. Paolo, nella lettera ai corinzi, ce lo spiega e conia la formula che il celebrante pronuncia giusto all’inizio della Messa.

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