Quante fregature!
Inserito il 21 Giugno 2020 alle ore 10:33 da Plinio BorghiQuante fregature! A volte sono pressoché istintive, figlie del nostro innato egoismo, che tende a far andare le cose, per quanto possibile, a nostro favore, anche a danno degli altri. Altre sono volute e orchestrate con disinvoltura, senza alcun ritegno, non di rado per perseguire disegni turpi. E infatti fin dai bambini ci si perita d’insegnare a rapportarsi con gli sconosciuti con molta diffidenza, per non cadere in tranelli, che mutano nel tempo, ma evidentemente esistono da sempre. A mano a mano che si cresce, si impara a discernere con la maturità necessaria, pur mantenendoci sulla scia del famoso detto “fidarsi è bene ma non fidarsi è meglio”. Pure in questo campo la gamma delle tipologie è molto vasta e non risparmia alcun settore, a tal punto che la classica patacca di borbonica fattura finisce per divenire così veniale da trasformarsi talora in uno stimolo educativo per i farlocchi, il classico “descantabauchi”. Il guaio è che l’uso di mezzi più sofisticati e aggiornati continuamente mette in difficoltà proprio le categorie più deboli e sprovvedute, che non sanno più che pesci pigliare, anche perché i mezzi di difesa propagandati a volte sono ancor più complicati (specie se si tratta di usare i telefoni senza interlocutori diretti). A rimetterci in definitiva sono i rapporti sociali (soprattutto se poi a fregarti sono proprio gli amici!), che tendono via via a inaridirsi a causa di una progressiva diffidenza a volte esagerata. Ha un bel ragionare Gesù nel vangelo di oggi “Non abbiate paura degli uomini, poiché nulla vi è di nascosto che non sarà svelato né di segreto che non sarà conosciuto”: nel frattempo chi ci è cascato se la mangia. Il fatto è che qui la Parola va oltre. I furbi o chi crede di esserlo ci sono sempre stati e nella prima lettura Geremia ne offre uno spaccato interessante, prodromo del “Gatto e la Volpe” di collodiana memoria; ma il profeta sa di lottare col Signore al suo fianco e, sicuro di sé, finisce per confonderli. Il Maestro intende rassicurarci che c’è sempre Qualcuno che non ci ingannerà mai e al Quale possiamo sempre affidarci, per non essere sopraffatti: è il Padre nostro che conosce ogni passero e ogni filo d’erba. Potrà Egli trascurarci, noi che siamo i prediletti? Quando afferma che “persino i capelli del vostro capo sono tutti contati” non è la classica iperbole, ma vuol significare la misura del nostro abbandono totale a Lui, forza inesauribile per far fronte alle nostre debolezze. Certo non è un talismano contro la malasorte. Qui è la fede la carta vincente.