Anche Gesù ha fatto il cuoco
Inserito il 22 Luglio 2020 alle ore 19:47 da Don Gianni AntoniazziIn parrocchia nel corso di queste settimane la cucina ha ricoperto un ruolo prezioso: ha sostenuto il Grest e i campi. Nel Vangelo c’è spazio per momenti conviviali e l’arte culinaria italiana è un’eccellenza mondiale
San Benedetto ripeteva che una “buona cucina” sta a fondamento di una “buona disciplina”. Forse anche il refettorio monastico ha contribuito ad edificare il buon cibo italiano. I Vangeli ci riferiscono un dettaglio prezioso. Dopo Pasqua i discepoli erano storditi per l’assenza del Maestro. Se n’erano tornati in Galilea, separati fra loro: non avevano speranze e vivevano alla giornata. Pietro decide: “Me ne vado a pescare”. Quelli che erano con lui rispondono: “Veniamo con te”, ma non prendono nulla. È una situazione di crisi. Il mattino, uno sconosciuto dalla riva li esorta a pescare dalla parte opposta. Il risultato è straordinario. Appena le barche giungono a riva trovano la colazione già imbandita. Gesù si è messo a cucinare per dare conforto ed energia ai suoi. Il buon cibo è letizia e speranza per ogni persona.
Da giugno la parrocchia ha proposto il Grest in patronato e quello all’asilo, le settimane di Gosaldo per medie e superiori. I cuochi non sono stati marginali: un servizio decisivo per la gioia di tutti. La cucina crea uno spirito fraterno e familiare, gioioso nella condivisione… un servizio che rigenera la speranza, a patto che sia svolto con passione e competenza.
In questi mesi di Covid-19 molti hanno sviluppato l’arte culinaria. Forse sarebbe il caso di porla al servizio delle persone amate anche per mettere al bando la logica dei fast-food che rovina lo stomaco e avvilisce la vita sociale.
don Gianni