Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Il progetto di Redenzione…

Inserito il 19 Luglio 2020 alle ore 10:03 da Plinio Borghi

Il progetto di Redenzione praticamente non ha tempo: è da sempre nel disegno di Dio, anche se noi, cui non è dato di afferrare il concetto di eternità, abbiamo bisogno di circoscriverlo nei due momenti temporali che vanno dal peccato originale dei nostri progenitori, quando la cacciata dal paradiso terrestre è stata accompagnata dalla promessa che ci sarebbe stato inviato il Salvatore, al Giudizio Universale, quando il Messia tornerà nella sua gloria per consegnare il mondo redento al Padre. Quindi siamo ancora nella fase in cui tutta l’operazione è in piena realizzazione: l’inviato da Dio è stato proprio il Figlio, incarnatosi nel seno di Colei della quale il Padre disse al serpente che “a una donna insidierai il calcagno ed ella ti schiaccerà il capo”; quell’unto dal Signore fattosi Parola per indicare all’uomo la strada della salvezza, morto, affinché il beneficio fosse universale e non avesse limiti, e risorto perché solo questa vittoria sulla morte sancisce la validità di tutto il percorso. Capo della Chiesa da lui fondata e investita del compito non facile di portare a compimento il progetto, a giusta ragione il Cristo può “fregiarsi” del titolo di Redentore, che non ha una sua specificità come gli altri, bensì li riassume tutti. Bene ha fatto allora la gente di Venezia a rivolgersi a Lui come tale per essere liberati dal terribile morbo e ancor meglio ad assumere l’impegno di ricordarlo solennemente ogni anno: è l’occasione per riproporlo nella sua veste trionfante, ma anche per far mente locale sul compito che abbiamo di dare concretezza alla sua opera. Le difficoltà non mancano mai e la peste assume non solo i connotati del morbo, ma si allarga allo svilimento di valori, al disordine sociale, al degrado della civiltà, ecc. Il maligno non sta mai con le mani in mano e continua a tentare di demolire i progetti divini. È il noto discorso della zizzania, che sarebbe stato proposto dal vangelo di oggi se non fosse prevalsa la festa del Redentore. Purtroppo bisogna lasciarla crescere assieme al grano buono e separarla al momento del raccolto per poi bruciarla: preludio del top dell’azione redentrice, e cioè il grande Giudizio, così ben descritto nel cap. 25 di Matteo. Fino ad allora non ci resta che il ricorso al padrone del campo, cioè al nostro Redentore, affinché ci preservi dall’essere attaccati dalla mala pianta, come si è adoperato in occasione della pestilenza. Se poi gli domandiamo una mano anche per liberarci dal Corona virus di oggi, non guasta.

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