Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Di qualcuno bisogna fidarsi

Inserito il 9 Agosto 2020 alle ore 09:45 da Plinio Borghi

Di qualcuno bisogna fidarsi. È l’eterno problema della vita con gli altri, sempre attenti a non farsi infilzare dal solito furbo, col risultato di uscirne oltre al danno anche con la beffa di passare per sprovveduti, che a volte crea più disagio del primo. Da qui l’invito alla diffidenza sollecitata dal classico adagio che ci frulla per la mente fin da piccoli: “Fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio”. In questo periodo, poi, siamo assillati da filibustieri di ogni sorta, che hanno elevato a livello scientifico la professione di truffare il prossimo, specie se sprovveduto e con meno difese. Basta sfogliare i quotidiani e abbiamo un continuo aggiornamento delle tecniche messe in atto, tanto che dalle forze dell’ordine alle associazioni dedicate si sono impostate efficaci contromosse, rivolte in particolare agli anziani, anche se sospetto che non siano gli unici a caderci, poiché i più giovani, per imbarazzo, denunciano meno. Allora? Bisogna star lì sempre con l’ansia, trasalendo a ogni suonata di campanello? Certo che no, ma sta di fatto che i più ottimisti si lasciano andare.. ma fino a prova contraria. Il vangelo di oggi, comunque, ci dimostra che siamo in buona compagnia. Pietro, visto Gesù che si avvicinava camminando sull’acqua, preso dall’entusiasmo gli chiede se può fare altrettanto. L’invito del Maestro è deciso e lui va: come non fidarsi almeno del Messia? Eppure, anche di fronte all’evidenza (stava ben camminando sull’acqua!), si fa prendere dal dubbio e comincia a sprofondare. “Uomo di poca fede!”, lo redarguisce Gesù. Per fortuna si riprende e realizza che solo da Lui può venire l’aiuto e prorompe nel grido “Signore salvami!”. Concludere che l’unico di cui fidarsi a questo punto sia solo il nostro Salvatore sarebbe riduttivo per due ordini di motivi: il primo che verrebbero meno le ragioni di uno dei grandi comandamenti del Maestro, cioè di amare il prossimo come sé stessi; il secondo che se la fede è più piccola di un granello di senapa, correremmo il rischio di non fidarci nemmeno di Lui. Termino in modo leggero con un piccolo aneddoto. Durante un pellegrinaggio in Israele, eravamo in una barca analoga a quella di Pietro sul lago di Tiberiade e, fermati i motori, la nostra guida, un vecchio arabo cattolico ben preparato e con una fede di un certo spessore (nipote di un vescovo) si rivolge all’anziano parroco che ci accompagnava dicendo: “Padre, se lei ha fede, ora dovrebbe scendere e camminare sulle acque”. Al che prontamente l’interpellato risponde in modo arguto: “È lei la nostra guida. Mi faccia strada e io la seguo!”. Cvd.

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