Ah bravo! E ti va anca in ciesa!
Inserito il 27 Settembre 2020 alle ore 10:02 da Plinio BorghiAh bravo! E ti va anca in ciesa! Quante volte ci saremo sentiti ripetere questa frase a fronte di qualche marachella, se eravamo ragazzi, o di comportamenti incoerenti da adulti! Sappiamo qual è il concetto: se pratichi certi ambienti, se sei stato formato con certi principi, dovresti avere un’impostazione più corretta di altri, più esemplare. In realtà non è per nulla scontato, ma fa comodo il richiamo sia a chi sta da questa parte, perché non è neanche bello predicare bene e razzolare male, sia a chi si trova sul fronte opposto per l’ovvio confronto che ne deriva. Poi, alla fine, è nell’ordine delle cose che spesso troviamo esempi sublimi di apertura e di carità fra i cosiddetti lontani e, di contro, una totale mancanza di simili caratteristiche non solo fra i “bacia banchi”, ma addirittura fra gli stessi rappresentanti della Chiesa. Ciò non toglie che in ogni ambito, in ogni società, in qualsiasi espressione religiosa non vi siano analoghe e macroscopiche contraddizioni. Questo non sminuisce le nostre né ci giustifica e oggi il nostro Maestro, proprio per darla sui denti ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo, estrae dal suo cilindro senza fondo un altro dei suoi tipici esempi: quello dei due fratelli invitati dal padre ad andare a lavorare nella vigna. Uno risponde prontamente di sì, ma poi non ci va, e l’altro nicchia e tergiversa, ma poi ci ripensa e va. Gesù non si ferma alle formalità, ma va al concreto: chi ha fatto la volontà del padre? Domanda retorica. D’altronde, quante volte ci ha ammonito col «non a chi dice “Signore Signore” è garantito il Regno dei cieli, ma a chi opera il bene concretamente»? Certo, questo non vuol dire trascurare la preghiera o non dare peso anche alla forma, che in talune circostanze diventa pure sostanza, bensì dare la giusta importanza alle cose. San Paolo lo sottolinea in più circostanze quanto pesi la Carità rispetto a tutto il resto e oggi insiste con indicazioni che sembrano collocate ad hoc nel clima elettorale: “Non fate nulla per rivalità o vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a sé stesso. Ciascuno non cerchi l’interesse proprio, ma anche quello degli altri…”. Mah! Parole al vento come furono quelle del Battista per gli interlocutori di Gesù? Stiamoci attenti, comunque, perché a snobbare alla fine si resta snobbati, specie se ci sembrerà di non aver fatto nulla di male e vedremo invece pubblicani e prostitute precederci nel Regno.