Sempre pronti
Inserito il 23 Settembre 2020 alle ore 15:12 da Don Gianni AntoniazziSarà il clima autunnale, sarà la fatica della ripresa, ma di fatto i segnali di fiacca si moltiplicano e talvolta soffocano l’iniziativa di chi avrebbe buone intenzioni. L’emergenza sanitaria impone di combattere la pigrizia
L’apostolo Paolo ammonisce i cristiani di Tessalonica: “chi non vuol lavorare neppure mangi” (2Tess 3,10). Alcuni, infatti, pensavano che in pochi giorni ci sarebbe stata la fine del mondo e avevano smesso di lavorare. A costoro l’Apostolo comanda di mangiare il proprio pane e di stare in pace. Chi per pigrizia, aveva smesso di lavorare, avrebbe dovuto attendere il Signore nel digiuno.
La situazione si sta ripetendo: col pretesto del Covid-19 ci stiamo mettendo a riposo. I segni di pigrizia sono parecchi. Per esempio: abbiamo pubblicato il calendario della parrocchia chiedendo ai gruppi di fare altrettanto. In 3 settimane nessuno ha risposto, se non per organizzare il servizio alle Messe delle 9:30 e delle 12:00. “È un peccato non far niente dal momento che non si può far tutto” (Churchill). Anche nel rispetto delle norme sanitarie c’è un po’ di pigrizia.
Qualche giorno fa una persona è venuta in chiesa ed è andata a sedersi. Durante la Messa ha cominciato a tossire. Ci sarebbe la regola di uscire subito e invece, per tossire con più facilità, questa persona ha pensato bene di togliere anche la mascherina, lasciando molti sbigottiti.
Questa negligenza è figlia di pigrizia. Sta bene allora una frase di Confucio: “La pigrizia cammina così lenta che la povertà non fa grande fatica a raggiungerla”. In effetti stiamo diventando così lenti nelle nostre attività che presto, sulla porta di casa, troveremo la povertà.
don Gianni