Siamo chiamati a scegliere
Inserito il 20 Settembre 2020 alle ore 10:00 da Plinio BorghiSiamo chiamati a scegliere: la scadenza elettorale ci sollecita uno dei diritti/doveri di maggior rilievo e cioè compiere opzioni responsabili per noi e per la nostra società. In sé, questo significa che non dovremmo ragionare secondo la logica del tornaconto personale, bensì nell’ottica complessiva di quello che riteniamo il bene comune, anche se ciò dovesse cozzare con gli interessi di parte. È con tale spirito che ci rechiamo alle urne? Ho i miei profondi dubbi, al punto che è da lunga pezza che ritengo che l’esercizio del voto non sia per niente libero; non almeno da condizionamenti e preconcetti. Nella migliore delle ipotesi assomiglia sempre più a una corsa di cavalli, scommesse incluse, e nella peggiore a una gara di braccio di ferro, dove i più incitano quello che giudicano il più forte. È il classico modo di pensare che ci contraddistingue e non lo usiamo solo in campo civile, ma pure in quello religioso, tanto che sfido chiunque a non provare un attimo di stizza nel leggere il brano del vangelo di oggi, quando il padrone della vigna corrisponde a tutti lo stesso compenso, che abbiano lavorato un’ora o un giorno. Sappiamo i motivi e Gesù non manca mai di stupirci e di richiamarci ad altre logiche diverse dalle nostre. Quella che, tuttavia, ci sferza in modo più sbrigativo e diretto è la prima lettura: “Perché i miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie. … Quanto il cielo sovrasta la terra, tanto le mie vie sovrastano le vostre vie, i miei pensieri sovrastano i vostri pensieri”. Come comportarci per cercare non dico di capire, ma almeno di far collimare il più possibile la nostra visione delle cose col disegno di Dio? In due modi: avere come riferimento ineludibile il Vangelo e sforzarsi di essere il più obiettivi possibile, specie quando accusiamo il Signore di guardare da un’altra parte. “Il Signore è vicino a chi lo invoca”, ripete il salmo responsoriale di oggi. Cerchiamo il confronto con Lui, in particolare quando ci assale il dubbio che il nostro modo di vedere sia un tantino soggettivo ed egoistico. Facciamolo togliendo noi stessi e le nostre pseudo sicurezze dal centro dell’attenzione e ci accorgeremo che le scelte sembreranno più oculate e più giuste. Alleniamoci così anche votando: rivisitiamo ciò che finora ci ha convinto e mettiamoci in panni diversi, così vediamo se rimaniamo saldi nelle stesse idee o se qualche dubbio ci fa vacillare. Sarebbe il primo passo verso una maggiore obiettività.