Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Vigilare…

Inserito il 6 Dicembre 2020 alle ore 10:01 da Plinio Borghi

Vigilare: non è sinonimo di vegliare. Questa, come si diceva domenica scorsa, è una condizione, che può essere anche passiva. La vigilanza, invece, è sempre attiva. Ricordiamo ancora le vergini che attendevano lo sposo: un bel momento si sono messe a dormire, ma all’improvviso una voce ha gridato “ecco lo sposo”. C’era dunque chi vigilava affinché non fossero colte di sorpresa. Il ruolo della sentinella traduce proprio la posizione attiva di cui stiamo parlando. Non basta, però, essere vigili: occorre anche essere pronti, se no l’azione diventa fine a sé stessa. Chi ha fatto il servizio militare ricorda che, se in caserma tirava aria di ispezione, era tutto un brulicare di attività di rassettamento per farsi trovare al meglio ed efficienti. Lo stato d’allerta era scontato. Né più né meno di come dovremmo agire anche noi durante l’Avvento e la figura del Battista, che l’evangelista introduce oggi, ci sta sollecitando proprio a questo: a raddrizzare sentieri, in sostanza a mettere in atto una radicale conversione per sgombrare il nostro cuore e curare la nostra attenzione in funzione dell’evento per eccellenza. Con una “leggera” differenza: che mentre in caserma spesso si fingeva, tanto per trovare il pretesto di far lavorare i soldati, qui l’arrivo del Messia, di Colui che non si limiterà a battezzare con acqua, bensì in Spirito Santo, è garantito. Avremmo il barbaro coraggio di farci trovare impreparati e poco disponibili? Quest’anno la disgrazia della pandemia, nel contenere le abituali distrazioni che accompagnano le feste, ci sta offrendo indirettamente un’opportunità in più: darci più spazio per riflettere sul vero significato del Natale. Nello stesso tempo ci sottrae anche molti alibi da addurre per eludere i nostri impegni. La festa dell’Immacolata, posta non a caso attorno a questa seconda domenica, ci sia di stimolo e dimostrazione di come Maria, pur di fronte a tanti punti interrogativi, alla fine si sia consegnata incondizionatamente nelle mani del suo Signore. Non era una super woman, ma una normale ragazza timorata di Dio, come dovremmo essere tutti. Sì, è vero che il Padre l’ha preservata dal peccato originale, dovendo Ella ricoprire l’alto ruolo cui era destinata, ma lei mica lo sapeva e quindi nulla ha sminuito la sua libertà o affrancato le sue debolezze. Anche il suo consenso ha richiesto impegno e preparazione.

Lettera aperta del 6 dicembre 2020

Inserito il 2 Dicembre 2020 alle ore 16:46 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 6/12/2020. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Lettera aperta e altre informazioni sulla parrocchia possono essere consultate anche tramite il nostro bot Telegram ufficiale:
https://t.me/ParrocchiaDiCarpenedoBot

Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

Un grande segno di speranza

Inserito il 2 Dicembre 2020 alle ore 16:07 da Don Gianni Antoniazzi

L’8 dicembre si contempla l’Immacolata Concezione di Maria, una festa dove la Messa è “di precetto”, perché si contemplano le meraviglie dell’amore di Dio, che si realizzano in chi accoglie il suo abbraccio

“Immacolata” è il titolo che descrive Maria, nata senza peccato. Questa figura ci sembra lontana dalla vita quotidiana, contaminata e impura.

Pensiamo per esempio al rapporto Censis 2019 (par che sia passato un secolo). Quella ricerca diceva che per gli Italiani il mondo è avvelenato e corrotto: non ci si fida degli altri, della politica, delle istituzioni, dell’economia né delle strutture religiose. Adesso, a un anno di distanza, esploso anche il Virus, è cresciuta l’idea che tutti siano malati e corrotti. Ci siamo dunque ritirati a vita privata, quasi per difendersi dalle insidie.

L’Immacolata, col suo annuncio d’integrità limpida e corretta, più che nel passato, sembra ancora un sogno lontano. Maria, però, è una creatura umana, totalmente partecipe della nostra realtà. Ella racconta la situazione di chi prende con sé Gesù e fa del suo Vangelo la propria vita. Ella diventa immagine di un’umanità non certo perfetta ma purificata da Dio. È possibile ritrovare la purezza e la fiducia, non per meriti umani, ma perché lo Spirito del Padre conduce la storia al bene. E per primo il Padre ha fiducia in noi, nonostante tante nostre contraddizioni. Per questo sosteniamo la speranza.

don Gianni

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