Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Virgo prius ac posterius

Inserito il 20 Dicembre 2020 alle ore 10:00 da Plinio Borghi

Virgo prius ac posterius: frase arcana contenuta in quella delle Antifone della Vergine Maria che ci accompagna dall’Avvento fino al 2 febbraio. L’arcano, però, non consiste tanto nel latino, peraltro comprensibilissimo, quanto nel concetto che racchiude: vergine prima (del parto) e anche dopo. Non è di facile acquisizione, legati come siamo a parametri di fisicità che non percepiscono fenomeni di tal fatta. Evidentemente si tratta della vera virginità, quella spirituale, mentale, sentimentale e comportamentale che va capita con l’occhio di quella stessa fede che ha letto e decretato l’immacolata concezione di Maria, da poco celebrata e che, guarda caso, riportava lo stesso vangelo proposto oggi. Se Dio ha deciso che i tempi fossero maturi per riconciliarsi con l’uomo, che L’aveva profondamente disatteso con la diffidenza e la presunzione, era logico che preparasse un percorso adeguato a mettere la sua creatura in grado di “riscattare” almeno a un livello corrispettivo la colpa originale. Un percorso talmente sorprendente da essere umanamente inimmaginabile. Nel suo amore smisurato non si è limitato a inviare il Figlio promesso usando effetti speciali, ma si è incarnato nell’uomo stesso, innescando analoghi procedimenti. Poteva farlo in una figura compromessa dal peccato originale? Certo che no. Poteva servirsi di una persona che non fosse totalmente “vergine” nella sua impostazione? Ovviamente no. Poteva non avere dai protagonisti tutta la disponibilità necessaria e una fede autentica che superasse l’impasse di un fenomeno incomprensibile? No. Il Vangelo pertanto rivela i fatti e la fede ci indica come sono avvenuti. Padronissimi di non crederci e di continuare a ritenerci superiori a queste cose, seguendo la logica insinuata dal serpente che ha tentato i nostri progenitori; consapevoli, però, di fare la stessa fine e di finire buggerati. Ma l’amore di Dio va oltre: questa incarnazione vuol assumere e sublimare la sofferenza fino alla morte, che, tuttavia, non sarà più un epilogo. La resurrezione sarà la vittoria finale che metterà in atto un “riscatto” totale. Oggi quindi siamo chiamati a rivivere i cieli che si squarciano, come recita l’antifona d’ingresso, e ad accogliere il Salvatore che nasce bambino tra noi, come dice l’analoga antifona di Natale. Se siamo pronti, lodiamo Maria cantando con convinzione l’incipit dell’antifona citata all’inizio: “Alma, Redemptoris Mater” (Immacolata, Madre del Redentore). BUON NATALE.

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