Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Esiste ancora il rimorso?

Inserito il 14 Febbraio 2021 alle ore 08:33 da Plinio Borghi

Esiste ancora il rimorso? È una domanda che mi pongo ogni tanto, specie di fronte a certi atteggiamenti disinvolti tenuti da autori di misfatti. Figurarsi poi se sono marachelle “passabili”. A volte mi salta la mosca al naso quando sento genitori esprimersi col “sono ragazzate” in presenza di vandalismi o forme di bullismo perpetrati dai rispettivi figli. Allora capisco che l’origine del declino passa da questa eccessiva indulgenza, che trova alimento dalla progressiva caduta dei valori minimi e incremento da un relativismo ormai di maniera. Certo, forse una volta si eccedeva con le iniezioni di senso di colpa, che a volte potevano provocare qualche rara forma di disagio psicologico, ma in linea di massima avevano un effetto efficace sul comportamento. Questo non toglie che ogni epoca abbia avuto comunque i suoi sbandati, ma erano ben chiari l’origine e lo scopo delle devianze. Oggi si assiste a forme di teppismo o addirittura di malavita con provenienze da ogni ceto sociale, sorte senza motivazioni ben precise; si picchia e si compiono angherie per noia, per reagire a pseudo mancanze di affetto e così via. E si finisce per meravigliarsi quando il picco raggiunge livelli efferati, come quelli di quel giovane “sportivo” di Bolzano che ha soppresso i genitori. E pensare che faceva anche l’insegnante e che fin da piccolo si sapeva che non era tanto a posto, se alla sorella raccomandavano di non litigare con lui quand’era da sola. Possiamo dire che è solo un esempio estremo, ma quanto fa presa nelle menti deboli, specie per l’indifferenza tenuta nei giorni successivi al delitto! Come siamo distanti da quelle figure di assassini tormentati e corrosi dal rimorso che la cultura di un tempo ci presentava! Se nel passato il rimorso era come una lebbra, che ti teneva isolato dal contesto sociale, oggi l’indifferenza o l’incapacità di governare i fenomeni lo sono altrettanto, ma in modo più subdolo perché non sono pienamente percepiti, come lo era invece il rimorso. Il piano è inclinato e se non troviamo un aggancio sicuro continueremo a scivolare. Come sempre, il più efficace è Gesù, che è lì che ci aspetta, purché facciamo almeno lo sforzo di andargli incontro. “Se vuoi, puoi purificarmi!” lo supplica in ginocchio il lebbroso del vangelo di questa domenica. Lui lo tocca (non ha paura di tali contatti il Maestro) e lo fa. L’unica contropartita che ci chiede è di essere anche noi attenti e responsabili, e di dare la sveglia alla coscienza intorpidita.

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