L’Italia viene per prima?
Inserito il 10 Febbraio 2021 alle ore 19:41 da Don Gianni AntoniazziCon Draghi si va formando un nuovo governo. All’orizzonte si scorgono i motivi di contesa: riguarda le priorità: proteggere il debito o l’economia, l’ambiente o la TAV, l’Italia o l’Europa, la scuola o le vacanze? Faticoso conciliare
Qualche settimana fa girava un racconto in internet: Ogni anno un contadino vinceva il premio per il mais di miglior qualità. Un giornalista scoprì che, al momento della semina, quell’uomo condivideva la semente coi vicini. “Perché distribuisci i semi migliori a chi gareggia con te?”, chiese il giornalista. “Perché – rispose il contadino – il vento muove il polline: se i vicini coltivano mais scadente rovinano anche il mio. Se voglio avere il migliore devo aiutare chi mi sta vicino” (da Eirik Duke).
Il valore di una vita si misura dalle vite che tocca. Chi vuol essere felice deve aiutare gli altri a trovare la felicità, perché il benessere di ciascuno è legato al benessere di tutti. Nessuno vince, finché non vinciamo tutti. Quando, nel dibattito politico, si dice “Prima l’Italia” non si sbaglia a patto però di mettere in conto anche la crescita degli altri. In molte realtà non c’è competizione ma alleanza.
E c’è poi una seconda questione. Se si organizza un pranzo comune e ciascuno porta qualche cosa c’è sempre fin troppo da mangiare. Se però qualcuno distribuisce cibo soltanto a parole ma nei fatti mette la propria etichetta su quello che altri hanno portato, allora non si sta a tavola volentieri.
L’arte politica deve imparare a chiamare le cose col proprio nome. Quando si dice che i soldi vengono “dall’Europa” si dice un fatto improprio. I 200 e più miliardi promessi all’Italia sono in realtà prestiti presi dal futuro dei nostri ragazzi più giovani. L’Europa non crea energia né ha un’economia sua propria. Draghi lo sa bene e parla di “debito buono o cattivo”, a seconda che si tratti di strumenti per il futuro dei giovani o invece soldi buttati in strada. Chi gioca sulle parole può tagliare le gambe a molti
don Gianni