Siamo tutti mercenari
Inserito il 7 Febbraio 2021 alle ore 10:01 da Plinio BorghiSiamo tutti mercenari, viviamo cioè una vita dura per aspettare infine il nostro compenso, non solo, ma siamo anche ben pagati per realizzare il progetto che è riposto su di noi. Lo dice esplicitamente Giobbe nella prima lettura e lo ripete in altri termini Paolo nella seconda. Implicitamente lo dimostra anche Gesù nel vangelo, instancabile nell’opera di diffusione del nuovo messaggio che è venuto a portare, fino al punto di non poter godere di un attimo di raccoglimento, perché la gente lo cercava, premeva per ottenere la sua attenzione. Oggi è una delle rare volte in cui vi è assonanza fra tutti e tre i brani in lettura (di solito la seconda se ne discosta). Normalmente il termine “mercenario” non è avvertito in modo tanto simpatico; in pratica dipende da che cosa sei chiamato a fare e da chi sei al soldo. Per quanto ci riguarda il nostro referente è il Padre, che conta su di noi per realizzare il suo progetto sull’umanità e il compenso che ci spetta è incommensurabile, molto superiore certamente alla qualità del nostro lavoro, cosa che in un rapporto di natura diversa non esisterebbe. Teniamo anche conto di come evolve il nostro compito: al contrario dei mercenari di questo mondo, il nostro è un lavoro in progress nel quale nessuno nasce “imparato”. Sarà la vita stessa a renderci forti e sicuri e, se nella nostra azione missionaria sapremo coinvolgere più gente possibile, maggiore sarà il compenso, come dice San Paolo e come ci dà l’esempio Gesù, instancabile nel cercare anche l’ultimo degli ammalati: “Andiamocene altrove, nei villaggi vicini – dirà alla fine – perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto”. Attenti, però, che nel nostro muoverci non incorriamo nella tentazione di farlo per sentircene sin d’ora appagati, magari perché ci piace essere protagonisti o illuderci di diventare indispensabili: avremmo già avuto la nostra ricompensa, come ci ammonirà il Maestro più avanti. E allora sarà una retribuzione ben misera. Gratuitamente abbiamo ricevuto e gratuitamente siamo tenuti a dare, ci sarà ancora detto, e vana giustificazione sarà per il “Mandante” che nemmeno il cane muove la coda per niente. La sostanza del nostro compito è ben richiamata nella Colletta alternativa di oggi: “… rendici puri e forti nelle prove, perché sull’esempio di Cristo impariamo a condividere con i fratelli il mistero del dolore, illuminati dalla speranza che ci salva”. Mirabile sintesi! What else?