Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Concludere un’alleanza

Inserito il 21 Marzo 2021 alle ore 08:00 da Plinio Borghi

Concludere un’alleanza non si può mai definire un atto di ordinaria amministrazione, tipo un contratto, dove, di norma, vige il “do ut des” a reciproco ed equilibrato vantaggio. Al contrario, è un impegno che ti coinvolge totalmente, a solidarietà e a difesa con l’alleato, specie se questi versa in uno stato di svantaggio a causa di debolezza o di attacchi esterni. La sua sorte ti vincola e sarà la tua sorte. Ebbene, se pensiamo che Dio si è peritato di stringere tale patto col suo popolo, come ci riferisce la prima lettura di questa quinta domenica di Quaresima, un tempo chiamata prima domenica di Passione, quel popolo può definirsi proprio fortunato, specie sapendo quanto il suo sia un Dio fedele e premuroso, attento e paziente fino al punto di perdonare qualsiasi iniquità e di dimenticare il peccato. Un Dio che, per di più, scriverà la sua legge nel cuore di ognuno, affinché tutti debbano conoscerlo, senza bisogno di essere istruiti in merito. Un Dio che, pur di riscattare l’uomo, ha sacrificato fino in fondo suo Figlio, facendogli prima assumere la nostra stessa umanità e poi chiedendogli l’estremo sacrificio di una morte ignominiosa. Un bene così è imparagonabile. Tuttavia, San Paolo ci avverte che l’azione salvifica non è come la pioggia che ci cade sulla testa a caso e comunque, ma ha bisogno di due presupposti: riconoscere il Cristo e obbedirgli. A queste condizioni lo avremo sempre al nostro fianco, perché saremo noi a seguirlo. Su questa lunghezza d’onda è anche il vangelo, una risposta per interposta persona a chi voleva conoscere il Maestro, a chi lo stava cercando. Incoraggiare gli anelanti parlando della sua morte, di come sarebbe stato elevato e avrebbe così, e solo così, attirato tutti a sé, analogamente a quel che successe col serpente di Mosè nel deserto. Gesù è il chicco di grano che deve marcire sotto terra se vuole produrre tanto frutto e la prima garanzia di questa “produttività” sarà proprio la resurrezione, alla quale ci stiamo preparando. Se la nostra risposta sarà arida, il sangue versato “per la nuova ed eterna alleanza” sarà vano, il “Chicco” sarà morto solo. Per essere all’altezza di un progetto così ambizioso non ci resta che prepararci adeguatamente, pregando Dio col salmo responsoriale: “Crea in me, o Dio, un cuore puro; rinnova in me uno spirito saldo”.

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