Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Consolazione in abbondanza

Inserito il 14 Marzo 2021 alle ore 10:01 da Plinio Borghi

Consolazione in abbondanza è quanto ci viene garantito dopo il percorso tortuoso e periglioso che in ogni caso la vita ci riserva. E questa prospettiva dev’essere motivo di gioia e non di tristezza: il messaggio ci arriva direttamente dall’antifona d’ingresso della Messa di questa domenica, chiamata appunto “Laetare”, ed è tratta da Isaia, che tranquillizzava i suoi nell’imminente ritorno in patria, dopo la decisione di Ciro il Grande di liberarli. Col tempo l’invito a non essere tristi è stato interpretato come una sorta di pausa dalla penitenza quaresimale, ma in effetti non dovrebbe mai essere nelle corde del cristiano “subire” le prove di fatica o i periodi deputati alla “revisione”, perché “rinnovati nello spirito possiamo corrispondere“ allo sconfinato amore di un Padre che ci vuole salvi, al punto da aver sacrificato il suo stesso Figlio per ottenere per tutti questo risultato. Sono concetti e parole tratti dalla Colletta alternativa e dal Canto al Vangelo che recitiamo oggi. San Paolo poi, nel merito, è ancora più incisivo ed esplicito: siamo salvi per grazia e fatti “per le opere buone che Dio ha preparato perché in esse camminassimo”. Certo, quando si stanno vivendo momenti di preoccupazione come la pandemia e le sue conseguenze, verrebbe spontaneo gettare la spugna e mettersi a piangere disperati, come succedeva lungo i fiumi di Babilonia agli ebrei deportati (salmo responsoriale), ma non serve né a riparare i misfatti che ci hanno ridotti a questo punto (prima lettura) né a uscire dalle peste. Un guizzo di fede, che si traduca in speranza “reale”, accompagnato da ogni sforzo teso a rendere operativa la grande Misericordia divina, non guasta, anzi, ci garantisce un cammino più sicuro verso la nostra Gerusalemme. Altrimenti vorrebbe dire che il Figlio è venuto nel mondo per condannarlo, ma il vangelo dice esattamente l’opposto: è chi non crede in Lui che si condanna da solo. Il Padre non interviene in modo diretto e gratuito sulla vita dell’uomo, ma ha bisogno della sua opera per realizzare il progetto di redenzione universale. Come facciamo oggi con i vaccini per battere il virus, tutti per uno e uno per tutti, senza egoismi o riserve se vogliamo sopravvivere, così siamo tenuti ad agire per raggiungere quella luce che abbiamo conosciuto in Gesù Cristo, ma che spesso offuschiamo cadendo nel male, rappresentato in primis dall’egoismo.

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