Quel che conta è farsi capire
Inserito il 23 Maggio 2021 alle ore 10:01 da Plinio BorghiQuel che conta è farsi capire: dovrebbe essere l’obiettivo di ognuno di noi nel mettersi in posizione di dialogo con l’altro, a maggior ragione poi se questa azione diventa obbligatoria per motivi istituzionali o funzionali. Invece sembra che in parecchi casi si faccia esattamente il contrario e ne abbiamo avuto una prova ampia durante la gestione di questa pandemia: la confusione è regnata sovrana, al punto da non far mai venir meno lo stato di tensione fra governanti e governati. Se poi ci aggiungiamo la ciliegina dell’insana abitudine di sostenere sempre il contrario di quel che afferma la parte avversa, non a ragion veduta, ma per partito preso, il quadro è completo. Oggi lo Spirito Santo ci viene a dire e a dimostrare che si deve uscire dal sistema “torre di Babele”, dove tutti parlavano la stessa lingua e la reciproca incomprensione fu totale. Gli apostoli, che pur è noto non aver avuto un’estrazione culturale e sociale particolare, anzi, escono dal cenacolo e si esprimono in tutte le lingue che gli eterogenei astanti afferrano come proprie, ma soprattutto usano un linguaggio “potabile”, che non si presta a equivoci o fraintendimenti. Fosse stato un messaggio facile la novella che si apprestavano ad annunciare, si potrebbe pensare che perciò il consenso doveva essere scontato. Macché. Predicare una legge tutta all’opposto della logica corrente, parlare di amore anche per i nemici, raccontare di un Figlio di Dio incarnato, morto e risorto, era semplicemente ostico e irricevibile; eppure entrava nei cuori degli ascoltatori come balsamo al punto di mietere conversioni a nastro. Era ed è ovvio che esiste un vuoto da riempire che nessun altro messaggio è in grado di fare. È altrettanto ovvio, tuttavia, che la chiave di trasmissione non è la ricerca del plauso e del consenso, quella lasciamola ai politici, bensì l’interesse per le attese degli altri, dimostrabile da un lato con il completo annullamento di noi stessi nella Parola e dall’altro con la coerenza nel metterla in pratica. Il brano della lettera di San Paolo ai Galati, in lettura oggi, è esemplificativo in tal senso, anche se può sembrare un tantino manichea: la logica dello Spirito è esattamente il contrario di quella della carne, che regola invece la maggior parte delle nostre azioni, ma non è risolutiva per obiettivi a lunga scadenza. Come cristiani siamo chiamati a compiti ben più ampi e incisivi e allora saremo capiti. Rileggiamoci la sequenza recitata prima del vangelo e ce ne renderemo conto.