Settimana scoppiettante
Inserito il 13 Giugno 2021 alle ore 10:01 da Plinio BorghiSettimana scoppiettante quella che si va a concludere con questa domenica: abbiamo contemplato il Sacro Cuore di Gesù, un cuore che si è speso letteralmente fino all’ultima goccia, e subito dopo quello della Vergine Maria, aperto, generoso, disponibile a partecipare al progetto di redenzione fino al punto di essere trafitto dal dolore, come le ha previsto la vecchia profetessa in servizio al tempio con l’altrettanto vecchio Simeone al momento della presentazione di Gesù; mentre oggi cade anche la festa di Sant’Antonio da Padova, uno dei Santi più amati e taumaturgici, venerato in tutto il mondo. Questi spaccati, come tutti gli altri di cui si fa memoria, sono altrettanti stimoli per la nostra fede, piccoli semi gettati affinché, trovando il terreno fertile, facciano frutto. E quanti frutti ottenuti! È un po’ il tema del vangelo di oggi, che vuol mettere in evidenza come la stessa natura sia così sorprendente da far nascere da elementi all’apparenza modesti degli effetti belli e possenti. Il richiamo è alla nostra innata tendenza a dissacrare, a minimizzare, a svalorizzare, a relegare i simboli della fede o la vita di chi l’ha vissuta in modo eroico a mere panacee per donnicciole, a comodi ripari per anime inquiete. In effetti, è anche vero che certi nostri atteggiamenti molto svenevoli e poco maschi offrono l’esca a tali prese di distanza, ma è altrettanto vero che la supponenza che presiede a chi le assume è solo frutto del vuoto e della debolezza, per non dire di ignoranza. Il contadino semina e che vegli o dorma la terra fa produrre al seme. Egli non sa come e perché avvenga questo, ci dice Gesù oggi, ma ciò non impedisce che il tutto comunque avvenga. Nella sua umiltà il contadino si rende strumento delle più grandi meraviglie della natura, sapendo esattamente come fare e che cosa aspettarsi, pur se ignorando, in tutto o in parte, il come. È un bell’esempio per tutti noi, ai quali non è richiesto di essere tutti Tommaso d’Aquino, ma semplicemente dei bravi contadini che sanno scegliere i semi giusti, che li fanno germogliare nel terreno adatto, che conoscono come ottenere i frutti migliori e come goderne in modo adeguato. Certo, è richiesta ampia disponibilità e apertura mentale. La grettezza, la diffidenza, la superbia, l’egoismo, la dissacrazione (sempre gratuita) sono solo gramigna, che sapremo abilmente eliminare. In definitiva ci è richiesto “soltanto” di imparare a essere dei bravi contadini della fede.