Voglia di protagonismo gratuita
Inserito il 17 Ottobre 2021 alle ore 10:00 da Plinio BorghiVoglia di protagonismo gratuita: è la gamba sulla quale andiamo zoppi un po’ tutti. Ci piacerebbe che, senza tanto sforzo, ottenessimo un buon risultato negli studi, quel posticino in carriera cui tanto aneliamo, l’ammissione al concorso che ci aprirebbe parecchie porte, un piccolo successo per avere un trampolino di lancio verso qualcosa di più consistente e via dicendo. Invece la vita, nella quasi totalià dei casi, ci chiede sacrificio, determinazione e costanza, lasciandoci il più delle volte, a bocca asciutta o non completamente soddisfatti. Tuttavia, l’impegno non può stemperarsi, altrimenti otterremmo ancor meno: la gratuità non è quasi mai all’ordine del giorno e anche le botte di fortuna lasciano il tempo che trovano. Basti vedere la fine che fanno certe somme vinte alla lotteria, specie se cadono in mani sbagliate, o i soldi accumulati con investimenti fin troppo facili. Sono aspetti che evidentemente non hanno confini temporali o territoriali, se già ai tempi di Gesù e fra i suoi stessi apostoli serpeggiavano atteggiamenti di tal fatta che tendevano ad una sistemazione di prestigio, non in questa vita, ma addirittura nell’altra. Giacomo e Giovanni, figli di Zebedeo, cullavano sogni di gloria e anelavano a sedersi nel Regno l’uno alla destra e l?altro alla sinistra del Salvatore. Le regole che valgono per questo mondo pieno di limiti, però, sono ancor più richieste per il mondo perfetto che ci riserva la vita eterna. Li aveva appena intrattenuti il Maestro sulle difficoltà di superare l’ingresso definitivo, con l’episodio del giovane ricco (v/il vangelo di domenica scorsa), per cui è stato perentorio e conseguente nel rispondere oggi: “Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo..?”. Era ovvia la risposta entusiasta dei due pretendenti: “Lo possiamo”, ma era chiaro che non sapevano ciò che effettivamente li avrebbe attesi. Senza nulla togliere alla veridicità della loro disponibilità, e il Messia gliene dà atto, l’occasione è buona per riprendere l?idea non tanto di un eventuale martirio eroico in difesa della fede, quanto di una fede espressa giorno per giorno nella carità, nel servizio agli altri, nei continui gesti di disponibilità, ad imitazione di Gesù stesso, che non è venuto per farsi servire, bensì per servire e dare la propria vita in riscatto per tutti. Quanto poi a “prenotare” il posto al banchetto celeste, è un’altra versione di protagonismo gratuito. Lasciamo fare al Padre e accontentiamoci di esserci.