Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Gesù monarchico ante litteram?

Inserito il 21 Novembre 2021 alle ore 09:55 da Plinio Borghi

Gesù monarchico ante litteram? Certo che no e Pilato l’aveva capito benissimo, come lo sapevano bene anche i suoi detrattori. Infatti, la scritta sulla croce l’ha apposta più per far dispetto a loro che non per un attimo di resipiscenza, tant’è vero che quel “dei” Giudei sarebbe restrittivo e andrebbe meglio ritenuto un avverbio di provenienza. Anche il flash di Giovanni oggi, tratto dall’Apocalisse, diventa sviante se limitato alla definizione “principe dei re della terra”, poiché il pensiero corre a quei personaggi che governano con la corona in testa. Allora Gesù che Re è? Usciamo un attimo dai luoghi comuni e dagli schemi e proviamo a pensare a quante volte nel linguaggio corrente noi attribuiamo la qualifica o l’epiteto di re a qualcuno: il re della canzone, la regina del focolare, il re della foresta, il re del ring, il re del cioccolato, il re degli imbecilli e potremmo proseguire all’infinito, come il principe del foro, il deus ex machina, il principe delle tenebre, ecc. Il titolo allora diventa allegorico e si rivolge non tanto al monarca quanto a chi primeggia, in positivo o in negativo. Quindi c’è da chiedersi: a che cosa anela l’uomo in assoluto? Alla Verità. Ha perso il Paradiso terrestre per tentare di carpirla a Dio e diventare come Lui e il Padre, misericordioso, ha pensato bene di riscattarne il peccato inviando nel Figlio la personificazione di quella Verità tanto bramata. Pure Pilato gli chiederà (si chiederà): “Che cos’è la verità?”. “Io sono la Via, la Verità e la Vita” aveva detto il Messia e sarà giocoforza che tutti i primati di questo mondo gli si dovranno inchinare: non ne esiste uno più grande. Cristo quindi è Re della Verità e solo tramite Lui e la sua Parola riconquisteremo quel Regno che abbiamo perso, vittime dell’inganno. Ma Gesù è anche primogenito dei morti, ci dice ancora Giovanni oggi, e come tale segna un altro primato assoluto. Il progetto di salvezza del Padre non si è “limitato” allo spargimento fino all’ultima goccia di sangue: ha voluto la vittoria sulla morte tramite la Resurrezione. Chi mai, chi altro avrebbe potuto o potrebbe? Di più, anche noi avremo il medesimo trattamento e finalmente saremo in Dio, l’Alfa, e come Dio, l’Omega, sul serio. La regalità di Cristo diventa pertanto suggello di tale ambìto obiettivo, che non è riservato a pochi eletti, bensì universale e va proclamata perché tutti riescano a beneficiarne. Bene ha fatto la Chiesa a darne rilievo spostandola alla fine dell’anno liturgico, come sigillo di un percorso di fede che si rinnova.

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