Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

C’è conversione e conversione

Inserito il 5 Dicembre 2021 alle ore 10:04 da Plinio Borghi

C’è conversione e conversione. Spesso si tende a semplificare per capirsi. Non può certo chiamarsi tale quella effettuata dall’anzianotto ottantunenne (peraltro quasi mio coetaneo) che l’altro giorno in autostrada, dopo essersi accorto di aver sbagliato uscita, ha bloccato l’automobile ed è tornato indietro contromano per una quindicina di chilometri prima che riuscissero a fermarlo (e magari correndo avrà pensato: “Ma guarda quanta gente che va contromano!”). Né è pertinente definire conversione (industriale) qualche modifica alla catena produttiva: ci vuol ben altro per rientrare nel novero delle vere e proprie trasformazioni. Gli esempi potrebbero continuare, ma è certo che non basta nemmeno venire a patti o convincersi di aver perseguito tesi sbagliate, tipo il no-vax che decide di vaccinarsi, per ragionare in termini corretti. La conversione, per sua natura, è il cambiamento radicale di vita, l’annullamento totale di noi stessi per essere uomini diversi, il tutto in funzione di obiettivi che nulla hanno a che fare con quelli che ci prefiggevamo in precedenza. Di norma ciò accade quando si è stimolati da un evento scatenante, che non dev’essere per forza di cose una folgorazione, anzi, il più delle volte è un processo che richiede un approfondimento e un approccio graduale fino all’assimilazione definitiva: in questo modo acquista quella stabilità che nessun “amore a prima vista” ti può consentire, fatte salve ovviamente le eccezioni, che, appunto, confermano la regola. Per noi è il Natale a rappresentare questo evento, perché siamo chiamati a viverlo ogni anno e di conseguenza ad attendere la venuta del Salvatore con l’ansia adeguata e con la predisposizione a prepararne adeguatamente l’arrivo. L’Avvento è sempre il periodo della revisione del nostro motore spirituale, fatto di punti di riferimento precisi e di obiettivi chiari, che però nel corso del tempo la nostra fragilità umana potrebbe aver reso più opachi e instabili. Altre distrazioni potrebbero essersi frapposte come colline nel panorama e le disattenzioni averci avviato per sentieri impervi. Occorre porvi rimedio. Come? Ascoltando intanto la voce di Giovanni che grida dal deserto: spianare gli ostacoli, riempire gli avvallamenti, raddrizzare i sentieri per poter intanto ripristinare lo sguardo sul vero scopo della nostra vita di fede. Ciò consentirà di rinverdire i passaggi, di rigenerare le convinzioni, di rimettere i valori al loro posto. È questa allora la “conversione” che darà un senso al Natale.

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