Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Rompere il ghiaccio

Inserito il 23 Gennaio 2022 alle ore 10:05 da Plinio Borghi

Rompere il ghiaccio è spesso riferito al superamento di una situazione di stallo, all’apertura di un dialogo in difficoltà o al primo intervento in un dibattito dopo la relazione, ecc. Di solito è sufficiente per rimuovere l’impasse ed evolvere, specie se è lo spunto che mancava a un progetto che aspettava il momento buono per prendere il via. Né più né meno di quel che è successo a Gesù dopo la “forzatura” sul primo miracolo, compiuto alle nozze di Cana e ricordato domenica scorsa. Ormai, fosse giunta o no la sua ora, il dado era tratto, si era rivelato ai pochi intimi per quello che era, tutti credettero in lui e quindi non era più il caso di procrastinare l’annuncio del Regno e l’avvio del percorso di salvezza universale che era venuto a compiere. Sennonché in questo esordio ha pensato bene di saggiare il terreno circostante, quello in cui era sempre vissuto e certo non per timore bensì per avere un riscontro immediato del lieto annuncio che stava per fare. Succede di solito anche a noi: prima di imbarcarci in qualcosa di grosso e d’impegnativo, buttiamo l’amo nelle vicinanze, magari sfruttando qualche conoscenza o, se si tratta di un’idea, esprimendola negli ambienti che normalmente frequentiamo. Se vediamo che funziona, ci sentiamo più tranquilli nel compiere il balzo successivo. Non so se anche il nostro Maestro ha agito parimenti o se, per la fama che già godeva, avrà voluto tentare un affondo pure dalle sue parti, fatto sta che non ha trovato di meglio che approfittare della sua abituale frequenza in sinagoga per proclamare che in lui si stavano realizzando le profezie di Isaia. Mal gliene colse e lo vedremo domenica prossima. Ciò che interessa oggi è comunque l’imprimatur che ha voluto apporre alle sue azioni, delle quali ormai tutti erano pressoché consapevoli, gesto che serviva a contestualizzarle e a sublimarle a progetto divino, proprio per la loro consequenzialità a quanto i vari profeti nel corso degli anni avevano anticipato e di cui i suoi erano ora testimoni. Per quel che ci riguarda, noi, che siamo a conoscenza dei fatti e dell’epilogo, dobbiamo solo prendere atto che in Gesù si è sul serio realizzato l’intervento di riscatto che il Padre aveva promesso ai nostri progenitori disobbedienti, che Egli è veramente il Figlio da Lui inviato per realizzarlo al massimo livello e che stiamo effettuando nel Vangelo il percorso necessario alla sua completa affermazione, nel cammino missionario che ci è stato impartito.

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