Andare contro corrente
Inserito il 20 Febbraio 2022 alle ore 10:03 da Plinio BorghiAndare contro corrente, assumere un atteggiamento anticonformista, è per parecchi un vezzo che stimola a prescindere dai sentimenti reali e questo è un guaio, perché si corre il rischio da un lato di limitarsi a quel che si vuol apparire, e sarebbe il meno, e dall’altro di svilire quel poco di buono che c’è nelle impostazioni che si adottano. In buona sostanza si cade nel diffuso equivoco di predicare bene e razzolare male, pratica che spicca in modo particolare negli ambienti politici. Qui non si tratta di ostacolare il flusso dell’andazzo generale: non si riuscirebbe a resistere a lungo; vanno invece invertite le logiche che lo reggono e il prezzo richiesto, sul piano personale e sociale, è sempre pesante. Si riesce a farvi fronte se le argomentazioni tengono, ma soprattutto se sono sostenute da una convinzione percepita, che non si squaglia come neve al sole alla prima opportunità più “comoda” che si presenta. Ancora una volta, ci è maestro sublime in tutto ciò proprio Gesù, che nel vangelo di oggi ci presenta una logica così immediata e stringente che difficilmente può prestarsi all’equivoco. E parte decisamente con un uppercut allo stomaco da far impallidire qualsiasi “radical chic” travestito di ogni tempo: “amate i vostri nemici, fate del bene a coloro che vi odiano, pregate per coloro che vi maltrattano”. Decisamente troppo e posizione ineludibile. D’altra parte, tutto il messaggio di salvezza ha tale impostazione, a chi si pone alla sequela del Cristo si chiede di essere momento di contraddizione, un’inversione di marcia rispetto al pensiero comune e lo stesso Messia si perita di spiegare il perché nel brano in lettura: se amate solo chi vi ama che novità proponete?, e se fate del bene solo a chi ve ne fa, che merito pensate di guadagnare?, e se date solo nella speranza di essere ricambiati di quale generosità andate cianciando? Anche quelli che vorreste conquistare alla causa fanno così. Sembrano norme elementari e la logica è stringente, ma non è facile. Ma Gesù non si accontenta, anzi, insiste e qui forse un po’ esagera: a chi ti percuote porgi anche l’altra guancia, a chi ti ruba il mantello dà anche la tunica che indossi e così via, tutti detti che conosciamo bene, ma che siamo poco propensi ad accettare senza pensare di perdere la nostra personalità, le nostre prerogative, il carattere “forte” che teniamo ad esibire. Eppure… sarà proprio la nostra apparente debolezza a farci riscuotere tutta la nostra credibilità di cristiani.