Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Ragazzi o adulti da sostenere?

Inserito il 10 Febbraio 2022 alle ore 17:41 da Don Gianni Antoniazzi

Sono incredibili i risultati dello studio di una psicologa apprezzata da molti. Se le tesi di questa professionista fossero corrette, sarebbe urgente un forte cambio di passo in noi adulti.

Una persona cara mi ha passato un articolo che ho letto con avidità. È a firma di una psicologa professionista di fama (Stefania Andreoli). Riporta i risultati della vita degli adolescenti degli ultimi tre anni.

I giovani vivono ormai con una depressione quasi cronica. Sono in crescita vistosa i ricoveri in ospedale, non per malattia, ma per fragilità psicologica. Dati alla mano, «i nostri ragazzi stanno facendo schizzare verso l’alto le statistiche di accessi al Pronto Soccorso e agli altri reparti, oltre a quelli allestiti per il Covid… spesso le Pediatrie e le Neuropsichiatrie infantili si trovano a far fronte alla carenza di posti letto. Gli studi psicologici e le agende degli psicoterapeuti sono al collasso, non è raro che un genitore prima di trovare un appuntamento per il figlio o la figlia adolescente debba fare un’infilata di telefonate, come per trovare un tavolo vista mare la sera di Ferragosto» e ancora: «la ricerca Ipsos commissionata un anno fa da Save the Children sull’impatto della pandemia nella vita degli adolescenti ha dato come esito che sono 34mila i ragazzi a rischio di dispersione scolastica in Italia». Abbiamo sempre cercato di dare risposte sbrigative dicendo che era colpa del Covid, come «l’anoressia di una figlia è colpa della taglia delle modelle in passerella, gli incubi dei giovanissimi sono colpa di Squid Game, la bocciatura a fine anno è colpa dei professori».

Secondo la dottoressa però il problema sta anche nell’inconsistenza educativa di noi adulti. Manca in noi quella robustezza, quella fiducia, quella sicurezza che forse apparteneva alle generazioni del passato. Il risultato è sorprendente. Secondo la psicologa quando i ragazzi guardano a noi non trovano riferimenti certi ma un ambiente vuoto, privo di forza. Viene da chiedersi se non sia giunto il momento di smetterla con le risposte veloci e sbrigative e lavorare sulla nostra stabilità per dare sicurezza e credibilità a chi ci guarda.

Da parte mia credo fermamente che l’incontro con il Vangelo e Cristo risorto possano essere due eventi straordinari. Conferiscono la gioia di essere amati da Dio.

don Gianni

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