Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Andar a pescare e fare la guerra

Inserito il 27 Marzo 2022 alle ore 10:00 da Plinio Borghi

Andar a pescare e fare la guerra sono due circostanze per dare la stura alle balle più megalattiche che mente umana possa concepire. Solo che l’accostamento è improprio: nel primo caso il gesto di allargare le braccia per significare la dimensione della malcapitata preda è un gesto folkloristico “dovuto”, quasi rituale; nel secondo caso siamo nella tattica più becera per giustificare una strategia di morte, assurda, inconcepibile, priva di ogni ragione. Non sto qui a ripetere le già pesanti parole proferite dal Papa in merito, ma duole dover constatare che un conflitto esprime sempre il peggio della depravazione individuale e della devianza sociale di una comunità. Basare poi l’informazione sulle bugie è quanto di più subdolo si possa perpetrare. Per fortuna i mezzi di comunicazione di cui disponiamo mitigano alquanto le millanterie, anche se certi paesi monopolizzano l’aggiornamento della propria gente, come sta facendo la Russia. E di fronte allo scempio in atto ci si chiede il perché dell’assenza di Dio davanti a simili nefandezze, specie trattandosi di un’aggressione gratuita e oltretutto avallata da taluni suoi rappresentanti religiosi. Qui bisogna stare attenti a non attribuire al Padreterno il frutto delle nostre disattenzioni, spesso dovute a convenienze o compromessi che ci hanno condotto a ciò cui stiamo assistendo (chi ha seguito un po’ di dibattiti ha imparato a rendersene conto). La liturgia di oggi è molto chiara e convergente in proposito: abbiamo un Dio che è sempre di parola (prima lettura) e non ha esitato a sacrificare il Figlio pur di giustificarci (seconda lettura), un Dio la cui misericordia è infinita se ci rapportiamo a Lui correttamente (vangelo, un tempo detto “del figliol prodigo”), il tutto perfettamente riassunto nel versetto al salmo responsoriale: “Il Signore è vicino a chi lo cerca”. Sembra uno slogan, di fatto è una parola d’ordine, che è la chiave risolutiva per la corretta impostazione dei nostri comportamenti. Va da sé che Dio non lo si cerca chissà dove: è in ogni istante a portata di mano nel prossimo che ci sta accanto. Allora pensare di essere senza Dio o ritenerlo assente dai risvolti di certe situazioni parte dallo stesso presupposto: il guardare a sé stessi, al proprio interesse e non all’altro e alle sue esigenze. Se vogliamo che questa Quaresima non finisca in olocausto, affidiamoci a un mediatore di pace serio: cerchiamo il Signore che è sempre disponibile.

Comments are closed.