Il Tabor è sempre suggestivo
Inserito il 13 Marzo 2022 alle ore 10:01 da Plinio BorghiIl Tabor è sempre suggestivo e chi ha avuto modo di andare in Terra Santa e di avventurarvisi non può che darne atto. In realtà, più che di un monte si tratta di un cocuzzolo solitario che si erge su di un terreno piuttosto ondulato. Forse è per questo che nei vangeli neppure lo si chiama per nome, ma lo si cita solo come monte: più di quello non c’è, la strada è abbastanza impressionante e a mano a mano che ci si alza il panorama si amplia tanto da farti sembrare ancora più in alto. Sopra non serve più fantasticare su capanne o tende come fecero gli apostoli che Gesù ha scelto di portarsi appresso: il tempio è stato realizzato proprio per dare la sensazione di tre tende, la più grande al centro e ai lati quelle di Mosè ed Elia. Il giorno che ci sono andato era bel tempo, ma sono convinto che se un po’ di brezza avesse spinto una nuvola a coprire momentaneamente il sito non sarebbe stato difficile immaginare la voce del Padre nel ruolo di supporter del Figlio. Quando m’imbatto nel racconto, riportato da tre evangelisti su quattro, mi viene spontaneo pensare come mai il Maestro abbia voluto riservare questa bella esperienza solo a Pietro, Giacomo e Giovanni e perché si sia servito di una location siffatta, benché stimolante. Quando, scendendo, ha chiesto agli astanti di mantenere il segreto fino alla sua resurrezione dai morti, non è che nemmeno loro abbiano compreso di che cosa stesse parlando, per cui non fu una questione di riservatezza. Oggi sappiamo quel che ha voluto rivelarci e ce lo ricorda anche Paolo nella seconda lettura: pure il nostro corpo sarà un giorno trasfigurato come il suo. È insito altresì il rinnovo del patto che Dio ha fatto con Abramo e riportato nella prima lettura, cosa che succede attraverso il Battesimo nel quale abbiamo già vissuto una prima trasfigurazione, immersi appunto nella Grazia di figli. Circa la scelta del luogo va detto che non è una novità che per i messaggi più “impegnativi” Gesù si orienti quasi sempre in contesti la cui suggestività contribuisca a veicolare al meglio la qualità del contenuto. Qui mi piace pensare, contrariamente a quanti la snobbano, a una sorta di sostegno della ritualità come elemento connaturato alla liturgia, come ho avuto modo di esplicitare ancora, e ciò senza nulla togliere al valore della sostanza. Certo, non bisogna esagerare, il tutto deve essere equilibrato, ma curato nei particolari per un recepimento adeguato, cosicché ne guadagni anche la messa in pratica