Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Lo squarcio nel cielo rimane…

Inserito il 29 Maggio 2022 alle ore 10:08 da Plinio Borghi

Lo squarcio nel cielo rimane, non viene più rabberciato. Attraverso quello che si è creato al momento dell’Incarnazione, quando i cieli si sono riconciliati con la terra e le nubi piovvero il Giusto, oggi è risalito il Salvatore per tornare alla destra del Padre, a breve scenderà lo Spirito Santo, al giorno stabilito passerà pure ognuno di noi e al compimento dei tempi il Figlio di Dio ritornerà per recuperare l’umanità redenta. E nel frattempo? Nessuno starà con le mani in mano ad aspettare: il nostro Maestro, ce l’ha promesso, sarà sempre con noi e ci guiderà, mentre sarà indaffarato sull’altro fronte a prepararci il posto che ha garantito; di contro noi non dovremo indugiare nel farlo conoscere a tutti gli uomini e nel sottoporre alla sua regalità tutti i regni di questo mondo, come Egli stesso ci ha ordinato. Non sono imprese da poco, né per Lui né per noi. Conoscendo i nostri limiti, le debolezze che minano continuamente la nostra fede, l’incapacità di gestire quella sua pace che ha tanto insistito nel darci e che ci sfugge continuamente dalle mani, la discontinuità con la quale lo serviamo, la pigrizia che sembra averla sempre vinta sulla nostra buona volontà, l’attrazione per le cose di questo mondo, molto più facili da afferrare, la disperazione e, non ultima, la malvagità che si impossessa dei nostri comportamenti, il nostro Gesù dovrà fare una faticaccia per riuscire a coprire tutti i posti che si accinge a preparare. Sempre sperando che, riuscendo a sfangarla, non ci sia più di qualche farlocco che si presenta al banchetto senza “la veste nuziale” o addirittura in ritardo. Per tutti gli stessi motivi, anche noi dovremo superare mille difficoltà per non disattendere il mandato ricevuto, per valorizzare ogni momento di vita che ci è concesso per investire alla grande su quella eterna, per tenere costantemente presente che le conquiste non cadono dall’alto come “peri maturi”, ma saranno frutto di tensione e fatica, per non lasciarci attirare dalla via larga e facile, che non porta da alcuna parte, perché anche la porta dalla quale dovremo entrare sarà stretta, per non presentarci senza aver le mani colme dei frutti dovuti, perché quelli costituiscono la nostra veste nuziale, e fare la fine del fico improduttivo, tra fiamme e stridore di denti. Eh, ma allora pare tutto impervio, che vita è? Nient’affatto. Non facciamo gli imbambolati come i discepoli che guardano il cielo dov’è appena salito il Maestro: il “vademecum” ce l’abbiamo (il Vangelo), basta seguirlo e il resto vien da sé.

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