Zelensky buon pastore?
Inserito il 8 Maggio 2022 alle ore 10:04 da Plinio BorghiZelensky buon pastore? Il fenomeno Ucraina che stiamo vivendo in questo periodo ha messo in evidenza parecchi risvolti inaspettati, che hanno da un lato spiazzato chi pensava di andarsi a fare una passeggiata in terra altrui portandosi a casa qualche souvenir a basso prezzo e dall’altro interpellato quelli, come noi, che avevano trascurato quanto stava succedendo da quelle parti dal 2014 e non hanno reagito al furto della Crimea. Adesso tutti si ravvedono e i dibattiti in merito si sprecano, anche perché non sempre le medesime azioni sono mosse dalle stesse intenzioni. Lascio agli esperti (oggi, come prima per la pandemia, stanno spuntando come i funghi) ogni considerazione sulle strategie e mi limito a sottolineare un paio di sensazioni che mi hanno particolarmente colpito. La prima è, ovviamente, il protagonismo indiscusso del popolo ucraino, che si è attrezzato contro ogni aspettativa e ha chiesto aiuto con dignità e inconsueta fierezza. La seconda il coro all’unisono che si sta registrando in quel Paese, diretto magistralmente dal suo presidente, che ha guadagnato una fiducia impensata, anche da parte dei suoi oppositori. Certo, molto ha contato anche la protervia dell’aggressore, ma non mi sarei mai aspettato che in quelle condizioni si registrassero addirittura flussi di rientro in una terra ancora martoriata. Mi pare evidente che l’autorevolezza e il buon esempio di Zelensky abbiano agito da collante e gli abbiano fatto avere sul campo il meritato titolo di Buon Pastore, cosa ben difficile per una guida in clima democratico e più ancora per un politico. Basti vedere con quali “distinguo” lo stesso Draghi, d’indiscussa autorevolezza, è tuttavia sostenuto da questa eterogenea maggioranza. Non ditemi dissacrante se tali considerazioni mi sono venute proprio leggendo il vangelo di oggi, domenica dedicata al Buon Pastore per eccellenza. Il feeling con il proprio gregge non si crea se non c’è una profonda e reciproca conoscenza, tale da determinare una sequela incondizionata. Lo dice Gesù stesso che questi sono gli elementi caratteristici, anche se è ovvio che le offerte di sicurezza e di vita che ci garantisce il nostro Salvatore sono tutt’altra cosa e non hanno confronto alcuno che possa reggere. C’è un’altra sottolineatura del nostro Maestro: le mie pecore non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano. Anche gli ucraini stanno morendo per questa certezza. Speriamo che il maligno non prevalga.