Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

La vivacità dello Spirito Santo

Inserito il 5 Giugno 2022 alle ore 09:54 da Plinio Borghi

La vivacità dello Spirito Santo sta all’anima come la vitalità sta al corpo. Quante volte abbiamo avuto modo di sottolineare la briosità di talune persone, sempre in movimento, sempre pronte a mettersi a disposizione, mai stanche, ottimiste, brillanti, capaci di sollevare il morale di chiunque e via dicendo! E quante volte abbiamo constatato che anche nella malattia l’efficacia delle cure e delle medicine aumenta se il carattere è positivo, se il fisico vibra di vitalità anche nella sofferenza! Ebbene, lo stesso discorso vale per l’anima, da non confondere con lo stato d’animo (ma non lo escluderei del tutto). Abbiamo bisogno di vivere una vita spirituale piena, in grado prima di tutto di capire e poi di trovare tutti i riferimenti con i quali poter elevare la fede ai massimi livelli. Per ciò è indispensabile l’azione dello Spirito Santo, senza la quale ogni aspirazione ci sarebbe preclusa e ogni pretesa di rispondere alle esigenze minimali di una sequela di Cristo non reggerebbe posando solo sulle nostre forze. Oggi la liturgia celebra il compimento della promessa che il Salvatore fece agli apostoli e degli effetti di questa discesa abbiamo avuto un’ampia dimostrazione dalla lettura degli Atti che si è articolata in questo periodo pasquale. Le cose incredibili che riescono a compiere questi uomini, fino a ieri rozzi e insicuri, sono il segno della potenza e della vivacità con le quali lo Spirito si esprime. Già il Maestro a suo tempo aveva accennato a un paio di peculiarità, come quella di Paraclito e di Consolatore, ma era chiaro che c’era molto di più e basta andarsi a leggere la Sequenza prevista prima del Vangelo di oggi per averne il florilegio: padre dei poveri, datore dei doni (i famosi sette doni studiati al catechismo), luce dei cuori, consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo, riposo nella fatica, riparo nella calura, conforto nel pianto, ecc. La conclusione contiene invocazioni valide per tutte le situazioni, nella convinzione che “senza la sua forza nulla è nell’uomo”. È una preghiera pregna di rara bellezza, che andrebbe la pena di recitare spesso, anche per tirarsi su il morale (ecco che c’entra pure lo stato d’animo cui accennavo). Con questi presupposti è nata la Chiesa e su questi presupposti ha sempre navigato fino ad oggi, anche per acque impervie, compiendo tutte le scelte necessarie, a partire da quella dei successori di Pietro. Per quanto ci riguarda, quindi, non priviamoci mai del ricorso a questo Riferimento prezioso.

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