Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Nutrirsi

Inserito il 19 Giugno 2022 alle ore 10:02 da Plinio Borghi

Nutrirsi per sopravvivere: è un’esigenza fisica imprescindibile, ma non riguarda solo il corpo. Anche la mente e lo spirito si trovano nelle stesse condizioni e quindi vanno alimentati adeguatamente e nessuno dei tre è indipendente dall’altro. La mente è curiosa e ha bisogno di conoscenza, ma se è obnubilata dalla fame è rivolta solo a risolvere quel problema e, priva della tranquillità nel discernimento, non lo risolverà bene. Lo spirito ha bisogno di elevarsi, di proiettarsi oltre la mera costrizione naturale: da che mondo è mondo l’uomo ha sempre anelato all’oltre, al trascendente; ha sempre rifiutato che il suo spirito si esaurisca con la vitalità. Quando si raggiunge l’equilibrio fra i vari aspetti, allora c’è spazio per il passo successivo: il nutrimento può diventare anche piacere, la mente avrà modo di ampliare la sua sfera di interessi, lo spirito, non più appesantito, si librerà fino a sublimarsi nella fede. Figurarsi se Gesù non aveva ben presente tutta questa armonia quando s’è accorto che la folla aveva fame! Se l’avesse congedata, come suggerivano gli apostoli, ci sarebbe stato un calo di tensione spaventoso. E nei fatti che il vangelo di oggi ci narra, nasce il preludio, la translazione di quella che sarebbe stata l’istituzione dell’Eucaristia. Tant’è vero che dopo la stessa gente, sfamata, rincorre il Maestro perché sente ancora il bisogno della sua parola, risposta per la mente, conforto dello spirito. Il compimento di questa interazione avverrà proprio attorno alla tavola, quella dell’ultima cena, quando, spezzato il pane, lo trasformerà fisicamente nel suo corpo, in procinto di essere sacrificato. Prometterà di non lasciarci soli e di restare con noi sempre e questo è stato il mezzo per realizzare tali promesse. Ben lo descrive anche San Paolo nella seconda lettura. Anche qui, però, come fece allora con la folla (“dategli voi stessi da mangiare”), affida la continuità della sua presenza fisica agli apostoli: “Fate questo in memoria di me”, che non significa solo ricordare, bensì rivivere ogni volta i fatti. Un regalo senza pari, che merita tutta la nostra riconoscenza, soprattutto con una fede che ci faccia rincorrere Gesù per esserne saziati in tutti i sensi. Spesso accampiamo difficoltà ad acquisire il concetto della sua presenza in corpo, sangue, anima e divinità in quella particola e a digerire la “transustanziazione”. Impariamo dai profanatori dell’Eucaristia: loro hanno ben capito chi si cela in quelle sacre specie e, col loro gesto dissacrante, non fanno che testimoniarlo!

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