Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Imparare a pregare

Inserito il 24 Luglio 2022 alle ore 10:01 da Plinio Borghi

Imparare a pregare: sembra un paradosso in un ambito pregno di religiosità come il nostro, come lo era senz’altro ai tempi di Gesù, anche a fronte di un episodio come quello di Abramo, riportato nella prima lettura di oggi, che non v’è dubbio fosse ben noto ai discepoli. Pur persone semplici, da bravi ebrei essi dovevano conoscere a sufficienza le sacre scritture e in particolare la predisposizione di Dio ad ascoltare le suppliche del suo popolo prediletto. Eppure, si sono accorti che il loro Maestro aveva un quid in più nel rapporto che intratteneva col Padre e non hanno frapposto indugio a chiedergli: “Signore, insegnaci a pregare”. Gettando l’occhio sulle letture di questa domenica, per associazione d’idee, mi è tornato alla mente quanto fosse diffusa un tempo la pratica da parte della gente incolta di rivolgersi a qualcuno più istruito o più predisposto per farsi scrivere qualche lettera particolare o qualche domanda da inoltrare alle autorità. L’argomento più diffuso erano le domande di assunzione, magari integrate dai relativi curriculum. Mio padre, comune bidello ma con la terza media e una calligrafia invidiabile (pure questa contava per essere presi in miglior considerazione), era spesso sollecitato in questo ruolo, anche da colleghi insegnanti. A me, più tardi, è capitata la stessa cosa, non tanto per la calligrafia, un obbrobrio che avrebbe ottenuto l’effetto opposto, quanto per avere le mani in pasta nei rapporti con la burocrazia. Il maggiore e più generalizzato livello d’istruzione, nonché il superamento di certe obsolete impostazioni burocratiche hanno ridotto di molto la pratica in questione, anche se non del tutto visti gli scarsi risultati sulla padronanza della lingua e del linguaggio appropriato da parte delle persone “studiate”. E il nesso con la premessa? Basta soffermarsi un attimo ad analizzare il nostro modo di pregare paragonato a un’elementare esegesi dell’unica preghiera che Gesù ha consegnato ai discepoli per capire che in sostanza siamo sullo stesso piano: semianalfabetismo religioso e improprietà dei termini nel rivolgerci al Padre la fanno da padroni. L’analisi sarebbe lunga, ma mi limito a osservare che, di norma, si parte dalla seconda parte del “Padre nostro” e, nella migliore delle ipotesi, si passa all’ultima. Sulla prima, dopo duemila anni, abbiamo ancora molta strada da fare. Quindi conviene ancora anche a noi, se vogliamo essere ascoltati, chiedere a Gesù: “Signore, insegnaci a pregare”.

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