Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Ne vale la pena?

Inserito il 3 Luglio 2022 alle ore 10:07 da Plinio Borghi

Ne vale la pena? Quante volte ci saremo fatti questa domanda su un problema da affrontare in un certo modo o su una decisione piuttosto rischiosa da prendere! Tuttavia, non è posta sempre con il medesimo senso: dipende dal tono con cui lo diciamo e dalla volontà che si vuol esprimere ovvero dalle riserve mentali che nutriamo. Il più delle volte manifesta ritrosia e diffidenza, ma serve anche come stimolo per l’interlocutore, specie se in veste di educatori, per saggiare la sua sicurezza, perché valuti le opportunità. Spesso conta pure da richiamo, se il gioco non vale la candela. Certo che se tutte le grandi imprese che la storia ci tramanda avessero avuto a monte una frase del genere, saremmo qui a raccontarcene ben poche. Idem per il settore della ricerca, per il quale non è quasi mai possibile darsi una risposta: occorre andare avanti, costi quel che costi, anche se i risultati si fanno attendere, sennò addio scoperte e conseguente evoluzione. Guarda caso, il vangelo di oggi è sulla stessa lunghezza d’onda. Già domenica scorsa, quando Gesù andava verso Gerusalemme e mandava avanti i suoi “emissari” per le soste nei vari villaggi, alcuni di loro, respinti in malo modo, proposero di invocare un fuoco dal cielo per incenerire i riluttanti e lui li redarguì spingendoli a proseguire. Oggi siamo alle prove generali sulla missionarietà e, date le premesse, qualcuno potrebbe chiedersi se valga la pena. Il Maestro sa di mandarli come pecore in mezzo ai lupi, ma non mette nemmeno in conto titubanze del genere: si va e basta, e se c’è chi rifiuta la pace, la pace torni a voi; prima di tutto andare incontro ai bisogni della gente e accontentarsi di quello che si riceve in cambio; se qualche città vi rifiuta, avvertiteli comunque che il regno di Dio è vicino e che di quel luogo vi scuoterete anche la polvere dai vostri piedi. Insomma, non c’è motivo alcuno per demordere da quello che è il ruolo primario della Chiesa: annunciare il Vangelo a tutte le genti, far conoscere a tutti il Cristo redentore e risorto. Ovvio che si darà fastidio, ovvio che ci saranno porte sbattute in faccia, ma se trovassimo porte aperte e tappeti rossi ovunque che senso di missione sarebbe? Mentre scrivo, giunge la notizia della suora italiana uccisa a Haiti, dopo vent’anni che vi faceva del bene, in linea col mandato di cui oggi si parla. Verrebbe da dire se ne è valsa la pena, ma non è con questa domanda che si fanno bilanci. Altrimenti se lo poteva chiedere anche Gesù in croce.

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