Il rischio dell’imprevedibile
Inserito il 7 Agosto 2022 alle ore 10:02 da Plinio BorghiIl rischio dell’imprevedibile si riduce solo agendo sempre con le spalle coperte, come si suol dire. Oggi Gesù continua la sua “lectio magistralis” sugli investimenti sicuri e sul modo di gestirli, attraverso allegorie, parabole e similitudini, nelle quali sono comunque escluse forme di furbizia a noi tanto care negli affari. Uno dei motivi conduttori rimane l’imprevedibilità: non sapere l’ora del ritorno del padrone e guai al servo che si trova fuori posto, che si è approfittato dei ricavi, che non ha instaurato rapporti più che corretti con gli altri collaboratori, ecc. Insomma, quello di essere in regola e accorti nell’agire è alla base di ogni attività e di ogni ruolo. La maggior parte di noi l’ha sperimentato nei posti di lavoro o nella professione, dove i frutti sicuri delle nostre azioni si sono moltiplicati e sono stati premiati. Abbiamo pure constatato quanto la disonestà e l’aggressività, l’arrivismo e lo sgomitare per la carriera alla fine non hanno pagato, prima di tutto perché non sostenute da una preparazione adeguata che, se ci fosse, non avrebbe bisogno di mezzucci e poi perché i nodi vengono al pettine, le pentole vengono scoperchiate e nessuno si fiderebbe di siffatti sprovveduti. Anche il vangelo di oggi conclude con questa chiave: a chi è stato affidato molto, e si è dimostrato previdente, verrà richiesto e dato molto di più. Ovviamente sul piano sociale il discorso potrebbe continuare in modo articolato, ma se trasportiamo l’impianto sul piano spirituale la sua pregnanza si rivela in tutto il suo peso e la sua efficacia; non c’è margine discrezionale nel definire il comportamento necessario e le indicazioni del Maestro diventano perentorie. È in sintesi quel ben noto Estote parati: che l’ora dell’arrivo della resa dei conti non sia conosciuta da alcuno, anzi soltanto dal Padre, è fin troppo ribadito e acquisito; che l’essere preparati non significhi qualcosa di raffazzonato in fretta e furia all’ultimo, ma frutto di una continuità, alla base della quale solo la fede è elemento di garanzia è parimenti scontato. Qualcuno più noto di me diceva che bisognerebbe impostare ogni giorno come se ci fosse una vita davanti e di viverlo come se fosse l’ultimo. Appunto. San Paolo nella sua lettera agli ebrei è più esplicito nel compiere un’ampia panoramica di quanto la fede abbia influito sulla storia del popolo eletto. A noi restino le parole d’ordine: fatevi borse che non invecchiano, un tesoro inesauribile nei cieli, dove i ladri non arrivano e la tignola non consuma. Perché dov’è il vostro tesoro là sarà anche il vostro cuore.