Chapeau alla scaltrezza!
Inserito il 18 Settembre 2022 alle ore 10:04 da Plinio BorghiChapeau alla scaltrezza! Ovviamente a quella vera, quella che ti agevola a muoverti con destrezza nelle difficoltà della vita. Non è però da tutti e non a tutti è data in pari misura. E qui già sorge il primo inghippo, insito nel tendenziale rapporto di antagonismo presente in ciascuno di noi. La tentazione di usarla in forma distorta, solo per cavarsela meglio dell’altro (o detta più volgarmente per fregarlo) è in agguato. Il secondo risvolto diventa facilmente la disonestà, come quella dell’amministratore descritto nel vangelo di oggi, o, atteggiamento ancor più sopraffino, l’approfittarne per trarre indebiti vantaggi. È quello cui assistiamo anche attualmente con il problema energetico: molti sono presi per il collo a causa dell’eccessiva lievitazione delle bollette e sono costretti ad aumentare i prezzi e altri, pur non subendo danno alcuno, innescano sistemi speculativi, magari soft, per rastrellare guadagni maggiorati. Non è ovviamente questo l’uso consentito della scaltrezza, che in tal modo è ridotta a mera furbizia di bassa lega. Va da sé che in una società equilibrata tutte le nostre doti dovrebbero essere coltivate e rivolte al bene comune, per aiutare chi ne è meno provvisto, non per danneggiarlo; azione che poi alla fine si ritorce a nostro discapito. Gesù, nella pericope in esame, sembra citare a esempio il disonesto, ma in effetti sollecita i figli della luce a usarne il metodo per guadagnare punti per la vita eterna e perciò a non comportarsi con il Padre con la stessa ambiguità che propendiamo a usare fra noi. Infatti, finisce con il noto monito: non possiamo impunemente servire a due padroni e nella fattispecie Dio e la ricchezza. Lasciamo perdere chi addirittura usa il Primo in funzione della seconda, perché saremmo al massimo dell’autolesionismo, ma curiamo invece l’inverso, e cioè mettiamo in moto tutte le risorse in funzione del bene più duraturo, senza falsi intendimenti. Qui lasciatemi lanciare uno strale non tanto nei confronti dello scaltro o del furbo, quanto verso chi crede di esserlo, categoria molto diffusa e fastidiosa e, per me, la peggior genìa in circolazione: sei già povero di tuo, potresti stare tranquillo o metterti sulla scia di chi ti potrebbe aiutare e invece vai a inventarti quello che non sei, con la conseguenza di essere sempre sgamato. Purtroppo quella di credersi furbi è una presenza a tutti i livelli sociali. Se poi uno ci si mette anche con Dio… meglio una preventiva macina al collo.