Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Il tenero virgulto

Inserito il 2 Ottobre 2022 alle ore 09:50 da Plinio Borghi

Il tenero virgulto che si affaccia alla luce dopo che è stato piantato il seme ha bisogno di cure e attenzioni particolari per aiutarlo a non soccombere alla nuova situazione. Va abbeverato adeguatamente, senza mai esagerare perché in questa fase un eccesso può ottenere l’effetto opposto ed essergli fatale. Superato il primo step, l’opera di mantenimento e consolidamento di quella che si presenta ormai come una pianticella non deve venir meno, se vogliamo che si rafforzi e domani diventi adulta. Una volta raggiunte le debite proporzioni, le incombenze diventano ordinarie, ma se ne aggiungono altre come quella di mantenere il terreno attorno ben dissodato, per assorbire la giusta umidità, e di provvedere alle adeguate potature, indispensabili per sviluppare sempre di più la sua consistenza. Anche queste operazioni non possono essere lasciate al caso, ma richiedono tempi e tecniche adatti per ogni tipo di pianta. Ormai la raggiunta autonomia non richiede più quell’assillo indispensabile in precedenza: qualsiasi evento naturale la trova forte e preparata. Tuttavia, l’occhio è bene che resti vigile, perché l’assalto di taluni parassiti abbisogna di un nostro preciso e tempestivo intervento. Fine della lezione di botanica. Era necessaria? Presumo di no, perché ciascuno di voi potrebbe insegnarmi di più e meglio. Allora entriamo nella liturgia e sostituiamo il virgulto con la fede ripercorrendo tutto il procedimento: non c’è una virgola da spostare, compresa la potatura che, nella fattispecie, è costituita dai momenti di approfondimento, utili per la verifica e la validità del percorso. Per alcuni può essere un serio esame di coscienza prima di una salutare Confessione, per altri un corso di esercizi spirituali, per altri ancora un momento di confronto collettivo o individuale col proprio referente spirituale. Pure il problema dei parassiti non è da sottovalutare, il più subdolo dei quali è adagiarsi sulla routine, sulle sicurezze acquisite, tutti aspetti che rischiano di inaridire la fede, di frenarne la crescita. Non ce lo possiamo permettere e se ci accorgessimo di non approdare a granché dobbiamo fare come gli apostoli e supplicare Colui che ha piantato il seme (non scordiamo che la fede è sempre un dono), che ha curato il virgulto tramite tutti i supporti che ci ha messo a disposizione, la Chiesa in primis, e ci tiene d’occhio di aumentare la nostra fede. Soccomberà chi non ha l’animo retto, mentre il giusto vivrà per la sua fede, conclude la prima lettura.

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