Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

A che ora si pranza?

Inserito il 2 Febbraio 2023 alle ore 18:38 da Don Gianni Antoniazzi

Negli ultimi secoli l’orario del pranzo è stato un segnale per distinguere l’aristocrazia dal popolo. Già san Paolo documenta che c’era questa discriminazione. Per noi è importante pensare a chi non mangia affatto.

Il titolo sintetizza uno studio di Alessandro Barbero. I nobili si distinguono anche cambiando gli orari del pranzo. I poveri sgobboni seguono i ritmi del lavoro e della luce solare.

Carlo Goldoni, per esempio, nel 1747 (a Pisa) scrive che dopo le 14 è difficile scroccare un pranzo agli amici. Per gli aristocratici è diverso. A partire dal 1700, con la luce artificiale (candele, gas e corrente), chi ha denaro gioca e balla fino a tardi. Il mattino resta a letto e non pranza come i poveri diavoli, ma anche alle 18.
Jonathan Swift (autore di Gulliver), per esempio, scrive del matrimonio fra un ecclesiastico anglicano e la figlia di un Lord. La relazione è disastrosa: la moglie pranza dopo le 16 mentre il prete già muore di fame. Nel 1807, una satira dice che la vita degli aristocratici inglesi è “regolare”: si dorme dopo le 4 del mattino e ci si alza alle 14. Segue la colazione e la passeggiata “mattutina” col “pranzo” alle 20. Poi la festa. È prevista una “cenetta” alle 3.
Nel 1815 l’ambasciatore americano (futuro presidente) John Adams è invitato a “pranzo” a Londra per le 18:30; arriva in casa alle 19 ma si stupisce perché non c’è ancora nessuno. Abitudini analoghe valgono a Parigi e altre città. Solo negli USA ci si alza presto, si mangia alle 12.

Nei primi secoli di cristianesimo il problema è rovescio. Paolo (1Cor 11) constata che i ricchi cenano presto e gli schiavi dopo aver finito ogni lavoro. Alla “cena del Signore” i primi sono già ubriachi e gli altri hanno fame. Perché non ci siano scandali comanda di cenare per proprio conto e trovarsi insieme solo per la Messa. Così si perde fin da principio la festa dei fratelli…

Per noi, oggi, è importante pensare a chi non sa se e quando potrà pranzare. Lo dico anche in vista della prossima Quaresima.

don Gianni

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