Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Restare sottomesse?

Inserito il 17 Agosto 2023 alle ore 17:52 da Don Gianni Antoniazzi

La violenza sulle donne non diminuisce. Secondo il Ministero dell’Interno, nel 2022 in Italia ci sono stati 140 omicidi in un contesto domestico: tre quarti sono donne uccise da mariti, fidanzati o ex che dicevano di amarle.

Secondo una cattiva lettura di Genesi, Eva sarebbe la causa del “peccato originale” e, per punizione, il Signore l’avrebbe sottomessa al maschio: “Verso il marito sarà il tuo istinto, ed egli ti dominerà”. Qualcuno, dunque immagina che il “femminicidio” sia favorito dall’insegnamento di sottomissione, inculcato per secoli. Di certo mia nonna viveva l’obbedienza al marito come una virtù. Il Vangelo indica, però, pari dignità fra maschio e femmina: anche rischiando la vita, Gesù ha difeso la donna da chi l’ha usata come pretesto e voleva lapidarla in pubblico (Gv 8).

Sia chiaro, dunque, che la Chiesa suggerisce di mettersi al riparo dall’aggressività, fin dal primo gesto di violenza. La teologia biblica non permette alcuna violenza contro la donna.

Suggerisco di domandarsi invece se l’attuale violenza sulle donne non sia figlia di un’educazione sessuale che non propone l’amore come dono all’altro ma insegna soltanto a usare le precauzioni per restare comunque succubi degli istinti naturali. Durante il ’68 si citava lo psicologo Wilhelm Reich, profeta del liberismo sessuale: insegnava che la repressione subita da bambini nella sfera della sessualità genera impulsi distruttivi negli adulti: “La repressione sessuale è alla base di una civiltà patriarcale e autoritaria, in tutte le sue forme” (Psicologia di massa del fascismo). Meglio dunque lasciare libertà alle tendenze naturali. L’istinto però non porta al rispetto dell’altro ma alla prevaricazione, all’egoismo, al dominio e alla furia distruttrice.

Forse è necessario riconoscere che quegli adulti, oggi così violenti, non sono stati educati a sufficienza negli affetti e a vivere l’amore come un dono di sé.

don Gianni

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