Inserito il 6 Ottobre 2013 alle ore 08:00 da Don Gianni Antoniazzi
La fede cristiana non è fondata sull’osservanza di regole e leggi. È un rapporto d’amore con Dio e il prossimo. O torniamo alla gioia di questo annuncio oppure perdiamo il Vangelo.
L’antico salmo 50 (Miserere) dice: “Contro di Te, contro Te solo ho peccato”. Parole da capire: Dio sente l’uomo e la Vita come una cosa sua. Ogni attentato al bene dell’uomo e contro la Vita è un male rivolto a Dio. Gesù completa quest’idea. Quando il Figlio prodigo torna a casa dice al padre: “Ho peccato contro il Cielo e contro di te”. Una colpa è sempre contro Dio e contro l’uomo.
Quale serenità però quando, anche nel sacramento della riconciliazione, capiamo che Dio non sta davanti come giudice, ma sempre e comunque come un padre misericordioso che accoglie immediatamente i figli lontani. Lui vuole la nostra gioia: se l’uomo compie il male è solo per la profonda tristezza del suo animo. Dio fa una festa autentica per il ritorno di ogni figlio.
La pratica della confessione, che fa tanto problema all’uomo contemporaneo e agli stessi cristiani, ci colma di gioia e apre in noi la forza del perdono. Se non la viviamo così diventa un peso, una formalità. fa comunque del bene, ma a poco a poco ce ne allontaniamo avvertendo che è triste, faticoso e pesante.
Ogni sabato pomeriggio dalle 15.30 alle 18.30 don Gianni è in chiesa. Nessun altro impegno dovrà sovrapporsi a questo. Ci sarà la possibilità del sacramento della riconciliazione o anche solo di fare un colloquio. È un’occasione che, se vissuta bene può diventare una ricchezza per tutti.
Inserito il 4 Ottobre 2013 alle ore 21:05 da Redazione Carpinetum
Gianni Finco ha proposto su Youtube la rielaborazione di un diapofilm sull’inizio dell’attività della Corale Carpinetum.
L’opera è stata originariamente realizzata da Franco Duse e Gianni Finco con letture di Lina Tavolin e Franco Duse.
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Inserito il 4 Ottobre 2013 alle ore 09:23 da Plinio Borghi
La corrispondenza papale di cui s’è parlato in queste ultime settimane, che vede i due Papi rapportarsi a due miscredenti quali Scalfari e il mefistofelico Odifreddi, mi ha lasciato qualche perplessità, non tanto per il primo, molto rigoroso nel suo modo di porsi, quanto per il secondo, a mio avviso frivolo e sorpassato. Ma tant’è, non sono certo all’altezza di confutare le motivazioni di un sant’uomo illuminato come Benedetto XVI. Non mi dispiacciono tuttavia questi gesti di apertura e di confronto, come ho sempre apprezzato i frequenti dibattiti tra i nostri ex patriarca Scola ed ex sindaco Cacciari, perché mi fanno sentire fortunato per la fede che mi è stata donata. Cacciari in particolare non manca mai di sottolineare il suo rammarico per non possedere questo dono. In effetti, se osserviamo bene i rispettivi passaggi, di chi si converte e di chi perde invece questo originario riferimento, notiamo come i primi si sentano arricchiti di qualcosa che non avevano, stupiti di ciò che hanno scoperto, riconoscenti per la scelta che Dio ha compiuto su di loro, mentre i secondi si pongono in termini di rifiuto e contestazione, ben attenti (anche se spesso non ci riescono) a non rifluire in un’altra forma di religione che li “ingabbia” come prima. Che questi si siano impoveriti di qualcosa lo dicono gli stessi termini con cui si definiscono: atei (“a” privativa), non credenti, materialisti e così via. Nei credenti c’è però un pericolo: quello di usare la fede per ragioni contingenti, senza darle un respiro più ampio e una proiezione per la vita eterna. Con ciò rischiando di essere di fatto come gli altri. Lo diceva San Paolo domenica scorsa: “Combatti la buona battaglia della fede, cerca di raggiungere la vita eterna alla quale sei stato chiamato e per la quale hai fatto la tua bella professione di fede”. Non c’è scampo, è una ricchezza peculiare che non possiamo sperperare. Conclude infatti Abacuc oggi: “Ecco, soccombe colui che non ha l’animo retto (ricorda la fedeltà alla voce della coscienza citata da Papa Francesco a Scalfari), mentre il giusto vivrà per la sua fede”. Conviene allora, visto che la nostra è meno di un granello di senapa, unirci agli Apostoli nel chiedere con convinzione a Gesù: “Aumenta la nostra fede!”
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Ricordiamo che dallo scorso lunedì sulla Gazzetta dei Carpini sono state pubblicate le foto dei lustri 2013. Chi desidera la propria ad alta risoluzione per la stampa può seguire le istruzioni per richiederla entro il 15/10.
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