Inserito il 6 Febbraio 2015 alle ore 17:22 da Don Gianni Antoniazzi
“Voi siete lievito e sale della terra”, dice il Signore. Qualche volta si ha l’impressione che la comunità cristiana abbia la capacità di diventare un lievito che propone vita, un sale che dà gusto alla società.
Ho sempre accolto con rispetto la nomina delle cariche istituzionali più alte della Repubblica. Anche se non corrispondono ai miei gusti, costituiscono comunque i pilastri della democrazia. In questo caso, però, mi ha dato particolare soddisfazione vedere insieme il Primo Ministro e il nuovo Capo dello Stato. In tutta sincerità non guardo all’area politica di provenienza né dell’uno né dell’altro. Non ho neppure nostalgia della vecchia Democrazia Cristiana: non l’ho conosciuta e quando sono uscito dal seminario già non c’era più. Quanto ai partiti, sono abbastanza libero da logiche di appartenenza. A me preme essere parroco di tutti.Sono felice, invece, perché questi due uomini vengono dal cammino Scout e dalle fila dell’Azione Cattolica, realtà che hanno dato molto per il bene del nostro Paese e del territorio. Incoraggio questi cammini, soprattutto quando prendono vigore dalla Croce di Cristo. So bene che ovunque può esserci il buono e il marcio. Capo dello Stato e Primo Ministro non sono infallibili né perfetti. Si può pensare anche in modo diverso dal loro ed essere ugualmente buoni cristiani. Mi sembra però che la proposta di vita di certe associazioni aiutino uomini e donne a levigare il proprio temperamento e a diventare capaci di un serio impegno civile. Poi il lettore dirà la sua.
don Gianni
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Inserito il 1 Febbraio 2015 alle ore 12:44 da Plinio Borghi
L’autorevolezza è perla rara e non va confusa con l’autoritarismo, prerogativa di despoti e persone ignoranti, o con l’autorità costituita, molto diffusa a tutti i livelli, ma che non ne è affatto sinonimo né conseguenza. Oggi l’evangelista Marco ce ne offre un bellissimo esempio in poche parole: “Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi”. Già in questi brevi tratti emerge la sintesi di una contrapposizione da sempre presente nel nostro agire e nella società. L’autorità era ufficialmente detenuta dagli scribi, che tuttavia non la esercitavano correttamente (come li redarguirà anche lo stesso Maestro, perché facevano portare agli altri pesi che essi stessi non sopportavano) né possedevano la statura per esser loro riconosciuta. Gesù invece, pur non essendone investito, operava con autorevolezza, per come viveva l’insegnamento e ne dava esempio convincente. Se ci mettessimo a fare la conta, da chi ha compiti di governo e di rappresentanza a chi di difesa e di ordine pubblico, da chi è chiamato a giudicare a chi si erge a difensore dei diritti, da chi comanda sul posto di lavoro a chi insegna ed educa, da chi esercita la libera professione a chi lavora in proprio nei vari mestieri e specialità e financo da chi mette a disposizione la sua esperienza nel volontariato a chi parimenti organizza, quanti ne annovereremmo di autorevoli, competenti, capaci e, soprattutto, di esemplari? E’ una domanda chiaramente retorica e sono sicuro che ognuno avrebbe esempi a bizzeffe di propri capi o superiori o insegnanti o esperti che non meritavano un decimo del rispetto dovuto al livello di autorità da costoro posseduto o millantato. Di contro, fatte salve alcune rare coincidenze, molte volte abbiamo scoperto autorevolezza in persone che non avevano titolo, le quali poi finivano per diventare scomode, fino ad essere allontanate o boicottate e denigrate. D’altronde, il tanto atteso Messia non è poi diventato pietra d’inciampo? La sua autorità non lo ha portato dritto filato alla croce? E la sua parola e quella croce non continuano ancora oggi a dare fastidio ai prepotenti incapaci di crearsi un minimo di consenso? Niente paura, quando si mette il dito sulla piaga… Io insisto.
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Inserito il 1 Febbraio 2015 alle ore 10:06 da Redazione Carpinetum
Domani, lunedì 2 febbraio 2015, la Chiesa celebra la Festa solenne della presentazione di Gesù al tempio (la “Madonna Candelora”). In modo solenne celebriamo la liturgia della sera. Inizieremo nel sagrato delle suore di Clausura alle 18.30 e, compiuta la breve processione coi ceri benedetti, entreremo in chiesa per la Messa. Ciascuno poi porterà a casa la candela benedetta, segno della Vita di Dio che illumina le tenebre delle difficoltà personali.
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