Inserito il 9 Settembre 2015 alle ore 16:39 da Redazione Carpinetum
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 13/9/2015. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
Abbiamo inoltre aggiornato lettera aperta del 6/9/2015 che non conteneva il testo corretto delle “meditazioni in libertà” di Plinio Borghi.
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Inserito il 9 Settembre 2015 alle ore 16:27 da Plinio Borghi
Nota: a causa di un errore organizzativo, le meditazioni in libertà di domenica 6 settembre 2015 pubblicate in questo blog e nella versione PDF di lettera aperta erano le stesse di domenica 30 agosto. Rimediamo all’errore con questo post e aggiornando la copia del foglio parrocchiale della scorsa settimana, che potete scaricare assieme a quello di questa settimana.
Aprirsi alla vita dovrebbe essere una regola precipua per tutti, giacché siamo stati creati per questo. I figli stessi non ci appartengono: noi siamo solo strumenti per produrli, educarli e consegnarli al mondo e alla loro vita. E invece tendiamo a chiuderci, in noi stessi prima di tutto, a camuffarci, per non mostrarci agli altri come siamo, a costruirci attorno muri su muri, possibilmente invalicabili, dentro dei quali finiamo per essere prigionieri. Perfino con le leggi cerchiamo di consolidare la nostra impenetrabilità e la normativa sulla cosiddetta privacy è una di quelle. Così finiamo per non vedere, non sentire, non parlare per paura di comprometterci, come le famose tre scimmiette, e se fuori aspettano il nostro contributo.. si rivolgano altrove. Il rischio è che, se ci capita di aprire qualche spiraglio, poi lo facciamo verso chi pensiamo possa servirci, tornarci utile, quindi verso colui che conta, il potente, che poi in realtà non ha bisogno di noi, anzi, approfitta della nostra attenzione (o del nostro servilismo) per fregarci meglio. Proprio su questo ci mette in guardia oggi San Giacomo dalla seconda lettura: la vostra fede sia immune da favoritismi personali; e ci richiama che la scelta di Dio è caduta proprio sui poveri, sugli ultimi, sui diseredati, che ha nominato veri eredi del Regno. Siamo in effetti noi i veri smarriti di cuore di cui parla Isaia nella prima lettura, noi che abbiamo tradito il battesimo ricevuto e durante il quale il sacerdote ci ha unto orecchi e bocca perché fossimo aperti alla vita e al mondo, assidui ascoltatori della parola, attenti osservatori della realtà che ci circonda e fedeli trasmettitori della lieta novella. Il Papa ha indetto un anno giubilare straordinario all’insegna della misericordia, termine sintetico dell’esatto opposto in cui di norma amiamo muoverci, e se l’ha fatto non è per rilanciare l’economia della capitale o per stupirci con effetti speciali, bensì per innescare un’inversione di tendenza. Allora rendiamoci conto che siamo sempre noi quel sordomuto che oggi Marco descrive nel vangelo e che viene presentato a Gesù per essere guarito. E il Maestro appronta una gestualità che è poi quella che da sempre si ripete nel rito del battesimo: tocca con la saliva bocca e orecchie (stessa cosa che fece con gli occhi del cieco) e gli dice, ci dice: “Effatà!”, cioè: “Apriti!”. Speriamo di avere fede sufficiente perché produca anche oggi lo stesso effetto di allora.
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Inserito il 2 Settembre 2015 alle ore 18:25 da Redazione Carpinetum
Da domenica 6 settembre (questa domenica) si torna al consueto orario delle Sante Messe festive dell’anno pastorale.
Sante Messe festive in chiesa:
- ore 8.00
- ore 9.00
- ore 10.30
- ore 12.00
- ore 18.30;
Santa Messa festiva nel monastero vicino la chiesa:
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Inserito il 2 Settembre 2015 alle ore 17:42 da Redazione Carpinetum
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 6/9/2015. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
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Inserito il 2 Settembre 2015 alle ore 16:34 da Don Gianni Antoniazzi
Mi permetto anch’io di commentare le ferie del sindaco Marino che se ne sta ai Caraibi anche quando il suo Comune, Roma, vive situazioni delicate
Il sindaco di Roma, Marino, va in ferie ogni mese e mezzo e, per coincidenza, è riuscito a mancare dalla città ogni volta che nel Comune vi sono stati scandali, tensioni, omicidi eccellenti, situazioni di fatica.
A inizio ‘900 quasi non si sapeva cosa fossero le vacanze. Si era abituati a lavorare senza diventare matti fino in fondo. A noi manca questo ritmo sereno: un arco troppo teso non tira la freccia, ma si spezza. Un lavoro troppo intenso ci toglie il gusto per quel che facciamo e ci obbliga a scappare spesso dai doveri.
Il riposo viene da un cuore sereno mentre la rabbia ci mantiene in tensione. Vacanza è ritrovare pace con se stessi e le persone care. Nulla rigenera più che il perdono. Si dice che il sindaco di Roma resti in ferie per scrivere un libro sugli sbagli altrui: ebbene sia chiaro che tanta irritazione toglie energia, non conferisce riposo. Si torna più tesi di prima.
Ancora: si è sereni quando ogni cosa è al suo posto. Non si può fare un mutuo per andare in ferie (tra l’altro eviterei di portare sempre i soldi all’estero: in Italia abbiamo opere splendide). I debiti ci appesantiscono più di quanto ci rilassi la spiaggia dei Caraibi.
Da ultimo: un mese di ferie è un lusso per pochi. Senna, campione di Formula 1, lo faceva ogni anno. Ma prima di partire aveva vinto il campionato mondiale e quando tornava era sempre un secondo più veloce degli altri. Chi si prende un mese di vacanza dev’essere certo delle propri doti e altrettanto sicuro di non trovarsi rimpiazzato di fatto al suo ritorno.
don Gianni
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