Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Ammettere i fallimenti

Inserito il 10 Ottobre 2018 alle ore 15:03 da Don Gianni Antoniazzi

Le tecniche di comunicazione insegnano ad esprimersi sempre e comunque in modo positivo. La gente però cerca prima di tutto sincerità. Per essere credibili non si possono nascondere i problemi

I guru della comunicazione insegnano a non svelare i fallimenti. Meglio parlare degli sbagli altrui senza mettere in piazza le cadute personali. I lettori di lettera aperta però non sono stupidi: se questo foglio pubblicasse soltanto notizie positive diventerebbe in-credibile. Bisogna riportare anche gli sbagli e gli insuccessi. Se tutto andasse bene diventeremmo come la Pravda, un giornale di regime iper censurato.

La verità è che sbagliamo anche più volte al giorno e il fallimento inizia quando non accettiamo la sconfitta. Non dobbiamo temere gli insuccessi, perché la sconfitta non sta negli sbagli, ma nella rinuncia a tentare. “Un fallimento potrebbe deluderti, ma sarai dannato se non provi” (M. Silverman)

Lettera aperta deve riportare anche le fatiche della parrocchia: il lettore apprezza l’onestà e capisce che le parole sono credibili. Cominciamo subito, allora, ad ammettere che per quanto riguarda la terza media speravamo in una presenza più numerosa: dopo la Cresima, appena una quindicina di ragazzi su 44 stanno continuando. Per carità: andrebbero aggiunti una dozzina di scout, ma la catechesi è altra cosa. La difficoltà, forse, deriva dal rapporto con i genitori. Di fatto non insistono per la presenza dei figli al gruppo.

don Gianni

L’uomo ha osato. Oh se ha osato!

Inserito il 7 Ottobre 2018 alle ore 10:01 da Plinio Borghi

L’uomo ha osato. Oh se ha osato! Fin dall’inizio dei tempi con Adamo ed Eva, ha sfidato il suo Creatore cogliendo il frutto proibito. Ne stiamo pagando ancora le conseguenze, ma andiamo avanti imperterriti per la nostra strada, salvo poi versare lacrime di coccodrillo. Oggi il nostro divin Maestro, interpellato dai soliti farisei circa la liceità di ripudiare la propria moglie, come la legge di Mosè consentiva, si richiama invece alla genesi: “Per la durezza del vostro cuore egli scrisse per voi questa norma, ma … Dio li creò maschio e femmina; per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una carne sola”. E conclude perentorio: “Dunque l’uomo non osi dividere ciò che Dio ha congiunto”. Ora, se dovessimo soffermarci un attimo a comparare lo stato della nostra società, chi non è convinto che siamo ben lontani da tale indirizzo? Se non nei fatti, almeno concettualmente? Anzi, stiamo ben attenti a non propugnarlo troppo: potremmo essere come minimo tacciati di omofobia. Proprio l’altro giorno ho ricevuto via whatsapp un video, ormai divenuto virale, del discorso del re di Norvegia Harald V che, dopo aver sottolineato come il suo Paese sia composto da gente immigrata da ogni parte del mondo, diceva: “I norvegesi sono vecchi e giovani, alti e bassi, abili e sulla sedia a rotelle; tanti superano i cento anni. I norvegesi sono ricchi e poveri; i norvegesi sono single e divorziati, hanno figli o sono coppie sposate tardi. I norvegesi sono ragazze che amano ragazze, ragazzi che amano ragazzi e ragazze e ragazzi che si amano..”. Ecco, nella scala dei valori tradizionali, il primo, garanzia della nostra continuità e della sopravvivenza della specie, è passato all’ultimo posto. Orbene, di quale “una caro” (una sola carne) stiamo cianciando? C’è chi vorrebbe che anche la Chiesa prendesse atto di ciò, ma il Papa può arrivare a dire che non siamo tenuti a giudicare, che dobbiamo essere aperti, solidali e accoglienti pure con i trasgressori, ma non possiamo pretendere che arrivi a smentire il suo Capo. Noi, piuttosto, domandiamoci se abbiamo margine di recupero. Ancora una volta è Gesù che ci indica una strada: tornare come i bambini, ritrovare quella genuinità e quell’ingenuità che ci consenta di ridare alle cose la giusta dimensione. I bambini sono il frutto di quell’”una caro”, pretendono che tale resti e soffrono se così non è. Diversamente, il Regno dei cieli ce lo possiamo sognare.

Lettera aperta del 7 ottobre 2018

Inserito il 3 Ottobre 2018 alle ore 20:10 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 7/10/2018. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

La catechesi per gli adulti

Inserito il 3 Ottobre 2018 alle ore 18:22 da Don Gianni Antoniazzi

Nella vita non è sempre facile cogliere il vero valore delle cose. Da giovani si tende a prestare attenzione al possesso, alla carriera, al potere. è importante invece capire quanto sia decisiva la formazione personale.

Da martedì 9 ottobre, alle ore 20.45, proponiamo ogni settimana la catechesi per gli adulti. Il percorso verterà sui comandamenti, partendo sempre dalla Scrittura divina. Dio ci ha fatto dono della Sapienza: la catechesi è un’occasione utile per accoglierLa.

Negli anni si è compresa l’importanza del confronto reciproco, dei contributi e delle domande, tutte cose che edificano un clima di comunità. Con delicatezza siamo invitati a partecipare tutti. La guida sarà affidata in genere al parroco e, una volta al mese, a don Mario, che ci intratterrà sulle figure femminili dell’Antico Testamento. Ci si trova al piano terra del Lux e, visti i lavori in corso, l’ingresso sarà dal lato campanile.

don Gianni

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