Inserito il 9 Ottobre 2019 alle ore 21:05 da Redazione Carpinetum
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 13/10/2019. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
Dal questa settimana in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia Ss. Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE), ora guidata da mons. Fabio Longoni.
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Inserito il 9 Ottobre 2019 alle ore 21:04 da Don Gianni Antoniazzi
La struttura del Centro Infanzia Il Germoglio in via Ca’ Rossa è al livello più alto di sicurezza. Le verifiche sismiche in corso nell’edificio fin dall’inizio pare non evidenzino problemi di sorta.
Si presta sempre più attenzione alla solidità degli ambienti scolastici. In effetti, anche di recente, ci sono stati crolli con vittime fra gli alunni. Per fare un esempio, solo negli ultimi giorni, le scuole di Palmi, Caravaggio, Castelnuovo e Pozzo sono state chiuse per fragilità strutturale.
Uno studio di Cittadinanzattiva registra nelle aule un cedimento ogni 3 giorni. Il fanalino di coda spetta alla Calabria dove appena il 2% degli edifici è verificato mentre il Veneto primeggia in sicurezza. Tra l’altro, la nostra Regione ha stanziato altri 3,8 milioni per l’adeguamento sismico degli edifici scolastici. Si parte da situazioni anche pesanti, dal momento che in alcuni casi mancano i requisiti di base.
Al Germoglio stiamo verificando la resistenza statica. A prima vista, però, pare che tutto sia in estrema sicurezza. Il Centro Infanzia non si sviluppa in altezza ma in estensione. Le aule sono tutte al piano terra. Il loro solaio è solido e sormontato subito da un tetto leggero, debitamente coibentato ed isolato, sistemato di recente e costruito con tecniche robuste. Solo in un caso, sopra un’aula, è edificato un altro piano. Le porte di sicurezza sono state installate di recente, sono di numero elevato così che, in caso di incendio, l’uscita sia immediata. Il personale è istruito e ogni sistema di protezione è attivo. Anche per questo abbiamo ricevuto la massima lode nel rinnovo della convenzione. Appena fatta la verifica sismica, provvederemo a dare notizia esatta di tutto.
don Gianni
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Inserito il 6 Ottobre 2019 alle ore 10:00 da Plinio Borghi
Lo spirito di servizio è quello che dovrebbe caratterizzare le nostre prestazioni, siano esse lavorative, e quindi retribuite, che svolte in casa o a titolo di volontariato. Uso il condizionale perché se un tempo simile atteggiamento traspariva in modo pressoché generalizzato, oggi si stenta ad avvertirlo. Una volta non solo si era “orgogliosi” del proprio incarico, ma anche, qualsiasi esso fosse, si avvertiva di rappresentare l’Ente o la ditta o la persona che ce l’aveva conferito e ci si teneva a fare e a fargli fare bella figura. Oggi, vuoi per l’esasperazione delle lotte sindacali, che ha contribuito a porre steccati fra gli uni e gli altri, vuoi per una mal interpretata sorta di evoluzione culturale, l’orgoglio tende a tramutarsi in sussiego, l’incarico in prerogativa e la prestazione, anche volontaria, in esclusività. Il tutto a scapito della qualità, della collaborazione e di quel poco d’entusiasmo, e a vantaggio della burocratizzazione più becera, dell’aggressività e del disagio per chi lavora e per chi riceve il servizio. Di più. L’adeguamento della retribuzione per i lavoratori e del ruolo per i volontari apparteneva a momenti separati rispetto all’avvio del rapporto e si perfezionava strada facendo. Oggi sono quasi ovunque in premessa per avviare la collaborazione, a prescindere dall’esperienza che si possa addurre. Anzi, si tende a rifiutare in prima battuta un lavoro che non sia “consono” alle aspettative, magari basate sul titolo di studio acquisito. Siamo ben distante da quello spirito di servizio cui si accennava all’inizio e del quale il vangelo di Luca ci offre oggi uno spaccato. Pur se il contesto è un po’ estemporaneo, il messaggio è chiaro: se facciamo il nostro dovere, ciò per cui siamo pagati o ciò per cui ci siamo impegnati siamo stati “servi inutili”, laddove “inutili” non significa affatto che il nostro apporto è stato vano, bensì che non abbiamo agito per il nostro tornaconto o per secondi fini. Quindi ci siamo comportati bene, abbiamo fatto quello che andava fatto e nulla ci spetta da rivendicare o da recriminare. È chiaro che l’allegoria è rivolta soprattutto al modo di vivere la fede, che, dice San Paolo nella seconda lettura, è un dono che va ravvivato e vissuto con forza, amore e saggezza, affinché, quando ci presenteremo a rendere il conto, abbia prevalso in noi quello spirito di servizio che ci consenta di vantarci con il Padre di essere stati “servi inutili”. Intanto non resta che rivolgerci a Lui con le parole degli apostoli: “Signore, accresci in noi la fede!”.
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Inserito il 2 Ottobre 2019 alle ore 18:31 da Redazione Carpinetum
Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 6/10/2019. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.
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Inserito il 2 Ottobre 2019 alle ore 18:15 da Don Gianni Antoniazzi
In questa domenica alle ore 10:30 celebriamo la tradizionale festa dei lustri di matrimonio
È l’occasione per essere riconoscenti al Signore e riflettere sul dono dell’amore in famiglia
Fra tutti i Sacramenti della Chiesa il Matrimonio ha qualche cosa di unico. Non nasce infatti dalla Rivelazione del Vangelo, ma da una realtà che lo precede: l’amore umano, profondamente bello e vitale. Fin da principio Dio ha immaginato che la persona fosse sessuata in maschio e femmina. Ha benedetto il legame che li congiunge con una benedizione rimasta sempre valida, nonostante le molteplici fragilità di ogni storia personale. Già a livello umano questa realtà è di assoluto valore. Nel 1200, il celebre teologo San Tommaso ha scritto che il legame d’amore fra non credenti è già quasi un sacramento. E in effetti, poiché l’amore ha sempre qualche cosa di eterno in sé, il matrimonio è il gesto che, in natura, più si avvicina al sacramento di salvezza. È il Segno dell’amore fra uomo e donna e specchio di cosa sia quello fra Dio e la sua creatura.
don Gianni
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