Il blog di Carpenedo

Il blog di Carpenedo
La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Lettera aperta del 9 agosto 2020

Inserito il 5 Agosto 2020 alle ore 20:04 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 9/8/2020. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

Lettera aperta e altre informazioni sulla parrocchia possono essere consultate anche tramite il nostro bot Telegram ufficiale:
https://t.me/ParrocchiaDiCarpenedoBot

Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

Partenza senza certezze

Inserito il 5 Agosto 2020 alle ore 19:51 da Don Gianni Antoniazzi

Agosto è periodo di ferie, passa in un baleno e arriva settembre quando dovremo avviare scuole e asili. Non ci sono ancora indicazioni chiare e la confusione non consente alla locomotiva di mettersi in moto

Mi è stato insegnato che la prima forza dell’Impero Romano non stava tanto nell’esercito quanto nella legge e nella garanzia del commercio. Una nave di grano attraversava il Mediterraneo con la certezza di avere un profitto. Le norme rimanevano stabili. E in effetti, quando ci sono sicurezze, si è più agevolati nella vita quotidiana.

Per esempio: se a settembre si scrivono le date per le attività annuali, tutti sanno come regolarsi e cresce anche la presenza ai campi estivi dell’anno seguente. Viceversa, nell’incertezza, ogni iniziativa muore, così come nella nebbia, tutti possono perdersi. Tocchiamo con mano il problema dei trasporti: chi compra il biglietto del treno se poi il servizio è a rischio? C’è la questione della scuola: se i genitori non vedono indicazioni esatte per settembre, come potranno concentrarsi sul loro lavoro?

Purtroppo, anche nella Chiesa possono esserci difficoltà analoghe: lo Spirito di Cristo resta il riferimento sicuro, ma il resto non deve ballare troppo. C’è stato, per esempio, un periodo in cui a Carpenedo si sono alternati molti preti: se ho contato giusto 15 figure diverse fra il 2005 e il 2016: i giovani, in modo particolare, ne hanno sofferto non poco. Meglio una vecchia locomotiva che rispetta tempi esatti piuttosto che un treno super moderno affidato alla fantasia del conducente.

don Gianni

Un sogno ad occhi aperti

Inserito il 2 Agosto 2020 alle ore 10:00 da Plinio Borghi

Un sogno ad occhi aperti: quante volte non ne facciamo! Oltretutto non costano niente. A me basta aprire un atlante o una cartina dei sentieri e già la mente vaga alla ricerca di mete inesplorate, vicine o lontane che siano. Ad altri può bastare un’immagine carpita dalla tv e l’effetto è analogo. Non parliamo poi della visione di un film suggestivo o della lettura di un libro avvincente, quando autori e registi ce la mettono tutta per ingenerare desiderio e curiosità e non mancano coloro che poi traducono nei fatti ciò che fino a poco prima sembravano soltanto sogni. Tuttavia, il più delle volte rimangono tali. Il Vangelo non è secondo a nessuno in tema di provocazioni e la pericope di oggi è una delle dimostrazioni più famose, nota a tutti come “la moltiplicazione dei pani e dei pesci”. Banalizzando, quanti non sognano di potersi appropriare del fenomeno, specie fra chi fatica a mettere insieme il pranzo con la cena o non ce la fa ad arrivare a fine mese! È chiaro che il senso imposto da Gesù ai fatti non è quello, ma non siamo tanto distanti dalla realtà che voleva: una Chiesa attenta a chi ha bisogno non solo dell’alimento spirituale, ma anche materiale. La chiave dell’interpretazione più ampia sta proprio nelle parole che il Messia rivolge agli apostoli, preoccupati da quella folla travolgente che senz’altro, dopo aver ascoltato il Maestro per ore, aveva bisogno di mettere qualcosa sotto i denti: “Voi stessi date loro da mangiare”. Era il preludio di quell’Eucaristia che ha poi trovato compimento nel mandato dell’ultima cena, quando finalmente si è concretizzato nel pane vero quel “Io sono il pane vivo disceso dal cielo”. Non basta: lo stesso mandato include anche il soddisfacimento dei bisogni materiali (e non si parla fra questi del solo cibo) specie di chi è più derelitto ed emarginato. È ciò che fanno appunto i missionari, che antepongono all’annuncio della lieta novella un lungo tirocinio fatto di attenzioni, cure, guarigioni e soluzione di problemi contingenti. Né più né meno di quanto faceva il Salvatore prima di concludere col “Vai, la tua fede ti ha salvato”. I gesti descritti costituiscono il regalo più bello del progetto di redenzione, la realizzazione di un sogno ad occhi aperti che la resurrezione ha reso credibile e possibile. A questo punto una domanda sorge come sempre spontanea: la Chiesa ha saputo essere all’altezza del mandato? Ognuno sa qual è la risposta storica e attuale e come ci sia sempre margine per migliorare, attraverso l’impegno e la preghiera.

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