Il blog di Carpenedo

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La vita della Comunità parrocchiale dei Ss. Gervasio e Protasio di Carpenedo

Lettera aperta del 13 novembre 2022

Inserito il 9 Novembre 2022 alle ore 17:18 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 13/11/2022. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

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Ricordiamo che in coda al foglio vengono pubblicate le pagine dedicate alla parrocchia della Santissima Trinità di via Terraglio 74/C (Mestre – VE) guidata da mons. Fabio Longoni.

Alzarsi e camminare in fretta

Inserito il 9 Novembre 2022 alle ore 16:28 da Don Gianni Antoniazzi

Il 21 novembre è alle porte e, per lunga tradizione, la città di Venezia festeggia in quella data la Madonna della Salute. È l’occasione per riprendere con più entusiasmo il cammino quotidiano.

Domenica prossima, 20 novembre, vigilia della Madonna della Salute, rivolgeremo a Maria la supplica perché ci preservi dal male. È la terza volta che lo facciamo da quando la pandemia ha preso piede. In questa occasione ci rivolgiamo alla Vergine perché ci preservi dalla malattia, lenisca il dolore di chi soffre, dia conforto ai famigliari provati dalla fatica, sostenga l’opera di chi è impegnato nelle cure.

In questi mesi, il Veneto fa i conti anche coi numerosi incidenti stradali, talvolta anche mortali. Pare quasi che dopo il lockdown ci manchi la pratica per stare sulla strada. Bisogna domandare al Signore di renderci consapevoli dei limiti e prudenti nelle azioni.

Serve poi stare vicini ai malati: sembra quasi che siano cresciute le patologie. Non si capisce se siano manie o acciacchi reali. Di fatto il malessere sembra più percepito adesso che nei due anni precedenti.

Bisogna anche intuire che la salute fisica non può essere la più alta aspirazione. Molti di noi sognano di dilatare quasi all’infinito l’anzianità. Il problema, però, non è riempire la vita di giorni ma, al rovescio, riempire i giorni di vita.

È importante incontrare di persona il Risorto che sempre ci affianca nel cammino. Sarebbe un’esperienza così ricca da alzarci e da farci camminare in fretta, così come ha fatto Maria, dopo le parole dell’Angelo.

don Gianni

Qui occorre capirsi bene…

Inserito il 6 Novembre 2022 alle ore 10:15 da Plinio Borghi

Qui occorre capirsi bene: abbiamo appena celebrato la giornata di tutti i Santi e quella di suffragio per i defunti che ancora non hanno avuto l’ammissione al banchetto celeste. Si tratta in entrambi i casi di gente che ha concluso la sua vita terrena e sono morti o almeno fisicamente noi li riteniamo tali. La nostra fede ci dice che sono nati a nuova vita e ritornati fra le braccia del Creatore che li attendeva. A chi passerebbe ora per la testa di affermare che il nostro Dio non è il Dio dei morti? Guarda caso proprio a Gesù, a conclusione del vangelo di oggi. Siamo ormai entrati nella fase finale dell’anno liturgico, tutta dedicata alla prospettiva escatologica, cioè di quello che ci aspetta dopo il passaggio in questo mondo. A prescindere dal contesto del brano in lettura, dove i sadducei, negazionisti della resurrezione, si peritavano di prendere per il naso il Maestro con il problema della donna “ammazza mariti”, Gesù soggiunge: “Dio non è Dio dei morti, ma dei vivi, perché tutti vivono in lui”. Da qui sembrano partire tre evidenze, che aggiustano un po’ il tiro sul nostro modo di vedere. La prima che la nostra vita non finisce con la morte fisica, ma “continua” con il passaggio alla vita nuova. Nulla di nuovo sul concetto, sembra quasi una questione di lana caprina, ma è doverosa premessa per ricordare che l’avvento del Regno è già in atto qui, anche se troverà compimento col passaggio alla nuova vita. La seconda che noi tutti in comunione, qui e là, viviamo per Dio, e, in particolare per noi qui, possiamo ritenerci vivi solo se rimaniamo tra le braccia del Padre che ci ha dato la vita. Ciò vale ovviamente se il nostro sentiero non devia dalla traccia segnata dal Vangelo, nel pensiero ma soprattutto nelle opere. La terza che allora i morti veri sono quelli che fanno esattamente e volutamente il contrario, disconoscendo la divina paternità, allontanandosi dalla retta via o addirittura combattendo i principi che la costituiscono. È chiaro che Dio non è e non potrà mai essere per loro. Ecco che la frase pronunciata dal nostro Messia non solo non è più tanto estemporanea, ma suona addirittura come un anatema nei confronti di quei sadducei che lo interpellavano, ma non solo, anche di quelli che camminano su quella falsa riga, per leggerezza o per scelta, comunque per miscredenza. Certo, per “essere vivi” ci vuole una fede veramente salda, che non lasci spazio a incertezze sul nostro futuro. Non ci resta che darci da fare per rafforzarla.

L’arte ci aiuta davvero?

Inserito il 3 Novembre 2022 alle ore 16:22 da Don Gianni Antoniazzi

Nei giorni scorsi i turisti hanno preso d’assalto Venezia. Il centro storico è uno scrigno d’arte e per questo soffre e si spopola. In terraferma abbiamo difficoltà analoghe. Il problema vero riguarda la fede.

Ho sempre stimato il vecchio prof. di Italiano, don Bruno Bertoli, che al liceo mi ha fatto amare la scrittura quando invece ero proteso solo alle scienze esatte. Lui ripeteva che l’arte fa crescere l’uomo e nutre la fede.

Guardo all’ultimo week-end. Secondo i calcoli, nei giorni dei Santi 450.000 persone hanno visitato Venezia. Cercavano la “città d’arte”. Molti hanno occupato appartamenti anche a Mestre e Carpenedo. Questi turisti sono cresciuti? Stando alle voci pare di no: i veneziani li ritengono barbari e le chiese del centro storico non straripano certo di presenze. Peggio. L’arte sta togliendo vita alla città nel senso che i “signori” che guadagnano col turismo vivono altrove; i veneziani invece stanno lasciando il centro perché c’è sempre qualche ricco “turista” disposto a pagare di più per gli alloggi in vendita.

A noi, però, interessa un’altra questione: l’arte sostiene il cammino verso Cristo? La Divina Commedia, per esempio, è di infinito valore artistico ma dal punto di vista teologico rasenta la bestemmia: inferno, purgatorio e paradiso danteschi non hanno a che fare col Vangelo e non sono io a dirlo. Il lettore vi trova un Dio pagano, giudice tremendo, che distribuisce condanne e premi secondo categorie di merito… Per carità, altri tempi… ma i ragazzi che oggi studiano Dante ne restano scandalizzati e mettono in discussione tutta la fede.

Altrettanto vale per le opere pittoriche. Il giudizio universale della Sistina o l’assunta dei Frari sono esaltanti di bellezza ma eresie nei contenuti di fede. Per esempio: Dio è eterna giovinezza e viene sempre presentato come un vecchio con la barba. Senza poi contare che preti e suore spendono mesi di lavoro per custodire e restaurare (gratis) chiese e quadri finendo poi per essere giudicati stra-ricchi dai visitatori.

Le energie andrebbero spese per annunciare la Pasqua e soccorrere i fragili. Quella è l’arte più bella. Insomma: mi domando se prima venga Cristo o la cultura.

don Gianni

Lettera aperta del 6 novembre 2022

Inserito il 3 Novembre 2022 alle ore 15:46 da Redazione Carpinetum

Abbiamo inserito nel sito lettera aperta del 6/11/2022. Aspettiamo i vostri commenti in email o direttamente sul blog.

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